Dopo i numerosi successi ottenuti in questi ultimi anni a Spoleto, Roma, Venezia e Matera, grazie alla collaborazione con Pino Insegno torna in scena a Roma, sul palcoscenico del Teatro Marconi, lo spettacolo della giovane compagnia “L’Uomo di Fumo“, scritto e diretto da Lorenzo Collalti e interpretato da Luca Carbone, Cosimo Frascella, Lorenzo Parrotto, Pavel Zelinskiy.
Un atto unico originale e ricco di spunti di riflessione, che nasce da un incubo ricorrente sul tema della violenza psicologica per aprirsi ad un meccanismo drammaturgico denso di ritmo, significato ed ironia. In un giorno imprecisato, in un luogo imprecisato, in un tempo imprecisato, un uomo si ritrova in una casa senza memoria. Tre bizzarri individui che vi si trovano per un motivo imprecisato si propongono l’obiettivo di aiutarlo, in un modo imprecisato. “Perché non prende un tè?”, basta questa semplice domanda di cortese ospitalità e la macchina si mette in moto. Quello che sembra un semplice sostegno inizia a mutare in uno strano gioco. La gentilezza nei confronti dello sfortunato diventa sempre più molesta e perversa. La concretezza della situazione si va man mano sgretolando trasformandosi in un mondo surreale sospeso tra realtà e sogno. La casa e i tre individui diventano il vortice di un’intera società, comico e tragico al tempo stesso, dove l’occhio del ciclone fa perno sull’uomo senza memoria. In un ritmo incessante, suggestioni reali si scontrano in modo assurdo e disorganico, martellando lo sfortunato individuo e costringendolo ad una partecipazione forzata a questo gioco senza regole. La quotidianità, dall’episodio futile a quello irripetibile, proprio come in un incubo, imperversano in questa casa fino a spingere lo spettacolo ad un equilibrio, dove pianto e riso hanno un confine fin troppo sottile.
Uno spettacolo con diverse chiavi di lettura, che si rivolge ad un pubblico eterogeneo e variegato tramite l’introduzione di parti in altre lingue, la musicalità dei dialetti e un utilizzo dello spazio preciso e chiaro, che supera la barriera linguistica.
Nighmare N.7 è il racconto del delirio del singolo nei confronti di una società sempre più alienata, disgregata, persa e sola, dove l’assurdità è forse l’unica logica che la regola. “La cornice onirica dello spettacolo si fonda su strutture forti surrealiste e Kafkiane ma si ravviva della vera e propria routine di tutti i giorni.”_ Annota Lorenzo Collalti_ “Kafka, Palazzeschi, Dürrenmatt e tanti altri parlano attraverso stereotipi, frasi fatte e detti popolari, posti in maniera sbagliata, al momento talmente sbagliato da rendere tutto questo interessante.”
Varie citazioni si susseguono in un’orgia di stili che vanno dallo scrittore della “Metamorfosi” ad un ragazzo che risponde ad un call center, dallo scrittore del “Minotauro” ad una vecchietta con problemi alla caldaia. Non si guarda in faccia nessuno pur di raccontare questa parabola cristologica dello sventurato protagonista, in una vita che lo accoglie per poi prendersi gioco di lui, offenderlo, straziarlo e portarlo infine alla pazzia.
Lo spettacolo è stato presentato in occasione della Groups’ Competition nel programma intitolato “European Young Theathre” del Festival Internazionale dei 2Mondi di Spoleto 2015 dove ha riscosso un grande successo di pubblico testimoniato dalla duplice vittoria: Miglior Spettacolo, Migliore Drammaturgia. Nel 2016 debutta a Roma all’interno del Festival organizzato da Dominio Pubblico, al Teatro India di Roma e a Venezia (Venice Open Stage 2016). Nel 2017 replica al Cometa Off grazie alla collaborazione con Pino Insegno e, nello stesso anno, a Matera.