Anche quest’anno, la Nigeria e il Niger si trovano a dover fronteggiare un’epidemia dilagante di meningite C. Le équipe di Medici Senza Frontiere stanno rispondendo a questa emergenza con campagne di vaccinazione e assistenza sanitaria in entrambi i paesi. L’indisponibilità di vaccini è fra le cause che impediscono di bloccare lo scoppio di queste epidemie.
“Purtroppo non ci sono abbastanza vaccini per effettuare campagne preventive contro tutti i tipi di meningite”, spiega Miriam Alía, esperta di vaccinazioni e risposta alle epidemie per MSF.
In Nigeria, dove è in corso l’ondata di meningite più estesa degli ultimi 9 anni, MSF lavora insieme al Ministero della Salute nello Stato di Sokoto e ad Anka, nello Zamfara, ed è stata fornita finora assistenza ad oltre 2.400 pazienti. In aggiunta, le équipe dell’organizzazione hanno assistito il governo nella vaccinazione di circa 140.600 persone nelle aree più colpite dello stato di Sokoto. Un’altra campagna vaccinale è stata supportata per immunizzare oltre 136.000 persone nelle quattro aree più colpite dello Yobe.
“Le sfide principali che la Nigeria si trova ad affrontare sono una risposta tardiva – causata da un sistema di sorveglianza debole che è all’origine della dichiarazione ritardata dell’epidemia – l’indisponibilità di test e una grave carenza di cure”, spiega Bart Bardock, coordinatore dell’Unità di risposta alle emergenze di MSF in Nigeria.
In Niger, MSF ha condotto delle campagne di vaccinazione in collaborazione con le autorità locali per oltre 463.800 persone, fra i due e i 20 anni di età, in 28 aree che hanno raggiunto il livello d’allerta o la soglia di epidemia intorno a Niamey, Tillabery, Dosso, Tahoua e Maradi. In queste regioni, sono stati anche supportati tre ospedali e ventiquattro centri di salute con rifornimenti di medicinali e test diagnostici rapidi, e con il rafforzamento del personale medico per favorire una pronta individuazione e una gestione ottimale dei casi. Allo stesso tempo, si continua a monitorare le zone a rischio e a fornire supporto nella gestione dei casi.
“Come accaduto con le precedenti epidemie di meningite, abbiamo risposto all’emergenza nelle aree in cui la popolazione è stata maggiormente colpita”, spiega Felix Kouassi, capo missione di MSF in Niger. “La vaccinazione è fondamentale per contrastare questa malattia. Per questo è importante che le aziende produttrici siano in grado di garantire una quantità globale sufficiente di vaccini a un prezzo sostenibile”.
Per portare avanti le campagne di vaccinazione nelle aree colpite dall’epidemia in Nigeria e Niger, gli operatori sanitari affrontano difficoltà enormi, legate soprattutto alle condizioni climatiche e alla difficoltà d’accesso a certe zone.
“Riuscire a vaccinare 136.000 persone in una settimana, in aree remote con temperature superiori ai 40 gradi, significa pensare persino al numero di penne per scrivere che saranno necessarie”, spiega Daniela Muñoz, coordinatrice logistica di MSF, impegnata nella campagna vaccinale nello Stato nigeriano di Yobe. “La parte più delicata ed essenziale è preservare la catena del freddo, il che significa tenere i vaccini ad una temperatura costante compresa fra i 2 e gli 8 gradi. Se ciò non avviene, i vaccini perdono di efficacia”.
Le epidemie di meningite che colpiscono queste aree hanno decimato intere famiglie e pregiudicato severamente le condizioni fisiche e di salute di molte persone.
“Quando ero giovane ho preso la meningite”, racconta Baba Makintu, un anziano della comunità di Damaturu, nello Yobe. “Ha danneggiato la mia vista e per un po’ sono rimasto completamente cieco. La malattia mi ha anche lasciato con una gamba deformata che adesso è molto debole. La meningite ha colpito molti altri membri della mia famiglia. Ho visto persone morire a causa di questa malattia”.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 13 dicembre del 2016 al 14 maggio di quest’anno sono stati registrati 13.943 casi sospetti e 1.112 morti per meningite in 24 Stati della Nigeria, mentre in Niger, fra il primo gennaio e il 7 maggio, si sono verificate 179 morti su un totale di 3.037 casi, registrati prevalentemente nell’ovest del paese. Sia il Niger sia la Nigeria sono inclusi nella cosiddetta “fascia della meningite”, una regione che si estende dal Senegal all’Etiopia, particolarmente colpita dalla malattia durante la stagione secca.