Altro importante appuntamento di “AstraDoc – viaggio nel cinema del reale”, con l’arrivo del grande critico cinematografico Steve Della Casa. Voce storica della trasmissione radiofonica “Hollywood Party”, già Direttore per diversi anni del Torino Film Festival, consulente della Mostra del Cinema di Venezia e del Festival Internazionale di Locarno, Steve Della Casa sarà al Cinema Astra per presentare il film “Nessuno ci può giudicare”, realizzato con Chiara Ronchini, evento speciale al Torino Film Festival e vincitore ai Nastri d’Argento di un Premio Speciale della Giuria per i documentari. Insieme a lui sarà in sala, inoltre, il giornalista Antonio Tricomi per presentare, prima della proiezione, il suo libro “Bob Dylan. Cantautore da Nobel” e intervenire alla proiezione.
“Nessuno ci può giudicare” è una retrospettiva sul mondo dei film musicali italiani degli anni Sessanta. Tra i protagonisti Don Backy, Caterina Caselli, Tony Dallara, Ricky Gianco, Mal, Rita Pavone, Gianni Pettenati, Shel Shapiro, Piero Vivarelli, che in una serie di interviste inedite raccontano l’Italia dei film musicali degli anni Sessanta.
Nell’Italia del secondo dopoguerra e del miracolo economico, il cinema continua a essere il divertimento preferito degli italiani nonché lo specchio vero dell’Italia che cambia. E i film musicali, che vedono per protagonisti prima gli “urlatori” (Celentano, Mina, Dallara…) e poi i cantanti beat (Morandi, Pavone, Caselli, Mal…) raccontano un’Italia che cambia velocemente. I giovani per la prima volta nella storia nazionale possono essere indipendenti economicamente dalla famiglia e possono coltivare i loro gusti musicali, il proprio modo di vestire.
Il cinema racconta puntualmente questo cambiamento, e l’Archivio dell’Istituto Luce lo segue passo dopo passo. Attraverso una serie di interviste inedite (Rita Pavone, Caterina Caselli, Shel Shapiro, Mal, Ricky Gianco, Gianni Pettenati, Piero Vivarelli…) e un’approfondita ricerca sul materiale d’archivio e sui film musicali, una carrellata sull’Italia che da paese agricolo diventa potenza industriale, che inventa un nuovo modo di divertirsi ma al tempo stesso scopre il gusto della ribellione.