Se l’andamento dei prezzi all’origine rimane poco soddisfacente per molti settori, a livello produttivo il 2015 fa segnare un bilancio complessivamente positivo, soprattutto nel confronto con l’anno precedente, caratterizzato da un generale crollo. Il bilancio dell’annata agraria tracciato da Coldiretti vede in aumento molti dei principali settori del Made in Italy a tavola, dal grano duro al vino, dall’olio al pomodoro da industria. Vediamo nel dettaglio.
Il raccolto di grano duro dovrebbe attestarsi sui 4,38 milioni di tonnellate, per effetto della crescita di rese e superficie. Per il grano tenero si stimano, invece, 3 milioni di tonnellate, con una diminuzione significativa degli ettari coltivati (-49mila). Bene l’orzo, con 938mila tonnellate e un incremento delle superfici.
Anche nel mais (secondo l’Istat) abbiamo una forte contrazione della superficie (circa 130 mila ettari in meno) rispetto all’annata precedente per una serie di motivi legati al prezzo di mercato e agli attacchi da specie fungine che spesso colpiscono la coltura in talune aree del territorio. La produzione dovrebbe aggirarsi sui 7,3 milioni di tonnellate. Nella soia invece permane sempre lo stato di incertezza nella stima delle superfici, pur se il raccolto viene dato in 1,1 milioni di tonnellate. Per il girasole si parla, invece, di circa 180mila tonnellate.
Circa centomila le tonnellate di risone prodotto in più nella campagna attuale rispetto al 2014 ma, se la situazione è soddisfacente in termini di prezzi e collocamento delle produzioni, preoccupano le massicce importazioni dall’estero. Bilancio produttivo in positivo anche per il pomodoro da industria, con una crescita del 15 per cento nel confronto con il raccolto dello scorso anno, salita oltre quota 5,3 milioni di tonnellate.
Grazie al pericolo mosca scongiurato, “festeggia” anche l’olio. Dalla ponderazione delle stime delle diverse regioni si perviene quest’anno a una crescita attesa media del 46% rispetto alla campagna 2014-2015, per un valore assoluto che si attesterebbe a circa 299 mila tonnellate, secondo l’Unaprol. Il segno positivo è registrato in tutte le regioni olivicole italiane, con l’eccezione della Sardegna. Un passo avanti considerevole rispetto al crollo del 2014, anche se la produzione rimane sotto la media storica.
Storico risultato anche per il vino, con l’Italia che sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale di vini e spumanti grazie a un quantitativo di produzione stimato a 48,9 milioni di ettolitri, sulla base dei dati della Commissione Europea. Dalle vigne alle stalle, il 2015 verrà ricordato soprattutto per le battaglie sul latte promosse dalla Coldiretti, dal tentativo della Ue, su richiesta di una parte dell’industria, di rimuovere il divieto all’uso delle polveri per fare il formaggio fino alla guerra per garantire un prezzo più equo, culminata con l’accordo raggiunto a inizio dicembre. Un primo passo per garantire una più adeguata remunerazione dei produttori. Intanto la produzione nazionale di consegne è stata di 11.000.705 tonnellate, con uno sforamento delle quote latte proprio nell’ultimo anno di applicazione.
Ma la situazione prezzi è diventata preoccupante anche per la carne suina, stretta tra calo delle quotazioni e concorrenza da parte dei prodotti di bassa qualità provenienti dall’estero.