(Adnkronos) – Ne sono convinti i militari israeliani. Il leader di Hamas Yahya Sinwar si nasconde nel labirinto di tunnel sotterranei nel sud della Striscia di Gaza. E’ accusato di essere la mente della strage del 7 ottobre in Israele. Gli danno la caccia da quel giorno. Ma Sinwar, l’uomo più ricercato da Israele, è circondato da scudi umani, da ostaggi.
E le operazioni militari israeliane contro Hamas a Gaza, in corso dal 7 ottobre, non possono concludersi fin quando Sinwar non sarà stato catturato o ucciso o almeno fin quando non sarà più in grado di gestire il gruppo, hanno confermato al Washington Post funzionari israeliani in carica ed ex funzionari. Anche se è oggetto di dibattito quanto controllo abbia ancora Sinwar. E individuare il covo del leader di Hamas potrebbe essere più facile che avviare un blitz per ‘neutralizzarlo’ senza morti o feriti tra gli ostaggi, stando a fonti d’intelligence e sicurezza israeliane, statunitensi e occidentali.
Uccidere Sinwar sarebbe per Israele una vittoria strategica e simbolica, anche se molti esperti mettono in dubbio che l’eliminazione di un solo leader consenta al governo israeliano di avvicinarsi all’obiettivo dichiarato dal premier Benjamin Netanyahu: la distruzione totale di Hamas, un obiettivo irrealistico secondo alcuni. E Netanyahu è stato criticato per aver posto questo obiettivo davanti alla liberazione degli ostaggi.
Gli americani affermano di essere d’accordo con Israele sul fatto che Sinwar si nasconda nella dimensione sotterranea di Khan Yunis, dove è nato nel 1962, e che si sia circondato di ostaggi. Circa 130 sono ancora tenuti prigionieri, un numero che include i corpi di una ventina di persone che per le autorità israeliane sono già morte.
Nelle loro operazioni, secondo rapporti di stampa israeliani, i soldati di Tsahal avrebbero trovato abiti di Sinwar, appunti scritti a mano e persino uno spazzolino da denti. Negli ultimi giorni alcuni funzionari hanno affermato di ritenere che il leader di Hamas possa essersi spostato a Rafah, al confine con l’Egitto, e da Israele si sono affrettati a smentire voci su una possibile fuga.
L’attenzione sul leader di Hamas è tornata dopo che il 13 febbraio le forze israeliane (Idf) hanno diffuso quelle che sarebbero immagini di telecamere di sicurezza che mostrerebbero Sinwar in un tunnel sotto Khan Yunis mentre cammina con moglie e figli tre giorni dopo l’attacco di Hamas in Israele.
Alon Pinkas, un veterano della diplomazia israeliana, non ha dubbi sul fatto che ‘neutralizzare’ Sinwar non significherebbe “sradicare, annientare o rovesciare Hamas”, né “rappresenterebbe una vittoria”, ma sarebbe solo “pura giustizia”.
E se l’annunciata operazione militare israeliana su Rafah è considerata come ‘l’assalto finale’ dei militari israeliani contro Hamas, il destino di Sinwar – evidenzia il Post – resta “cruciale” per le sorti del conflitto, anche se dovesse cambiare la “definizione di vittoria”. Si è parlato anche di consentirgli di lasciare Gaza per andare in esilio.
La sua ‘rimozione’ non porrà fine alla guerra, ma potrebbe accelerare la fine di Hamas, secondo una fonte vicina alla leadership israeliana. Qualcuno potrebbe prendere il suo posto. Ma si arriverebbe o a una “scissione” o comunque a un “forte indebolimento di Hamas”. E per alcuni potrebbe essere la vittoria di Israele.
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