C’è un’economia che si sta facendo largo, conquistando ogni anno di più consensi e partecipazione. È l’economia del gaming che, inarrestabile, passa attraverso pandemie e crisi internazionali uscendone addirittura rinforzata.
Tanto da condurre anche società esterne a questo mercato, come le più note piattaforme di intrattenimento streaming, a interessarsi al settore e a intentare i primi passi all’interno di esso.
Ma chi sono questi gamers e cosa ricercano nel corso delle loro sessioni di gioco?
Partiamo da un numero a cui è arrivata l’associazione di categoria dell’industria italiana dei videogiochi IIDEA: 16,7 milioni di persone nella nostra penisola sono gamers, circa il 38% dell’intera popolazione, come raccontato da Wired in un pezzo dedicato al settore. Un numero che racchiude però un’enormità di sfaccettature e diverse sfumature, che si differenziano per età, genere e preferenze.
Il 43% dei gamers, ad esempio, sono donne. Per loro, il gioco è un’opportunità per mettere alla prova le proprie capacità, un’occasione di apprendimento e miglioramento personale.
Gli uomini, invece, giocano per passione e per condividere la propria esperienza con altri utenti e sono più propensi al gioco condiviso e a sessioni di gioco più lunghe.
Differenze generazionali: i boomers ricercano relax, mentre i più giovani engagement e socializzazione
Ci sono poi le differenziazioni per età. Al contrario di quanto si è portati a pensare, i gamers non sono solo i più giovani, ma una nutrita fronda è rappresentata anche dalla fascia d’età 45-64 anni, la più seconda più alta in termini numerici: 3,8 milioni di gamers appartengono infatti a questa generazione. I baby boomers nel gioco ricercano sostanzialmente il relax, anche se per molti di loro rappresenta un punto di contatto con i figli.
Le generazioni più giovani sono inoltre quelle più attente allo storytelling e alle meccaniche di gioco. Escludendo i boomers, le altre fasce di utenti prediligono giochi a cui potersi appassionare per la storia sottesa alla narrazione del titolo, ma anche per la struttura che viene data ai meccanismi di gioco stessi. Un sistema a livelli crescenti, anche suddivisi per piccoli segmenti, in cui ogni sessione è mirata al conseguimento di prove mediante le quali guadagnare un piccolo step nell’interno di un percorso più ampio.
È un sistema che stanno perseguendo diversi fornitori di gioco online, fra cui le piattaforme gambling, che strutturano l’offerta di gioco secondo i crismi della gamification, integrando nei casinò online diverse promozioni e ricompense che non si limitano al singolo titolo, bensì coinvolgono l’intero palinsesto, dando luogo a un vero e proprio gioco nel gioco.
Guardando più a fondo dentro la suddivisione generazionale, troviamo poi una spiccata preferenza per la socializzazione. Si tratta della Generazione Z, che cerca nel gaming online sì divertimento, sfida ed intrattenimento, ma soprattutto una dimensione in cui poter socializzare, come emerge dai dati di questo studio di BVA Doxa. La ricerca di una community che non sia solamente composta da amici e conoscenti, ma anche da persone che non si conoscono e con le quali si entra in contatto solo in virtù della comune passione per il gioco digitale, per poi sviluppare un vero e proprio rapporto umano.
Largo al mobile: l’82,4% gioca da smartphone
C’è poi la fetta più ampia, sotto la quale si riassumono parzialmente anche tutte le altre: i mobile gamers, che rappresentano l’82,4%: un dato che domina in maniera indiscussa l’intero settore.
L’avanzamento tecnologico e le migliorie apportate ai device mobili e alle connessioni hanno condotto a una rapida escalation del gioco da smartphone, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
In questo caso, l’utente ricerca un intrattenimento immediato, disponibile senza dover attendere lunghi minuti di download, un contenuto ottimizzato per i piccoli dispositivi ma pur sempre caratterizzato da sistemi audiovisivi all’avanguardia e da grafiche accattivanti.
Prospettive per il 2023
L’industria del gaming non si ferma però alla soddisfazione dimostrata dagli utenti. Anzi, trae spunto dai gusti dei giocatori per sviluppare nuove verticali di gioco e per aprire il mercato verso orizzonti finora inesplorati.
Come dichiarato dalla famosa sviluppatrice Lucy Blundell ai microfoni di The Guardian, il mondo del gaming si adeguerà ai cambiamenti culturali che stanno rapidamente mutando anche le necessità dei giocatori. L’industria prenderà quindi in considerazione anche i giochi che un tempo erano considerati di nicchia e svilupperà giochi che esplorino a fondo i temi cari alle nuove generazioni, come la fluidità di genere e la salute mentale.
È proprio questa la forza del gaming. La capacità di mantenere il passo con le evoluzioni interne alla società, per rispondere puntualmente alle esigenze degli utenti sotto qualsiasi profilo. Una strategia che ha contribuito al successo mondiale di un settore che sembra – almeno per il momento – inarrestabile.