Il fenomeno dei NEET, i ragazzi che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in un percorso di formazione, è da sempre oggetto di grande attenzione da parte dell’UNICEF.
Alle importanti attività di ricerca e mappatura del fenomeno, necessarie per comprenderne a fondo la sua natura, la nostra organizzazione affianca anche interventi che hanno l’obiettivo di valorizzare e dare forza alle potenzialità, spesso inespresse, che tanti giovani in questa situazione possiedono.
Per questo sono state lanciate la campagna Young People’s Agenda e la partneship globale Generation Unlimited che hanno l’ambizioso obiettivo di inserire i giovani di tutto il mondo in percorsi scolastici, formativi o lavorativi entro il 2030.
NEET Equity: i dati del fenomeno
Secondo l’indagine Eurostat pubblicata a giugno 2018, l’Italia è il paese con il più alto numero di NEET all’interno dell’Unione Europea.
Il 25,7% dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni residenti in Italia non studia, non lavora e non segue percorsi di formazione.
Sono le Regioni del Sud a collocarsi in cima alla classifica europea per numero di NEET: Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.
I dati sono confermati anche dall’ultimo rapporto ISTAT sui livelli di istruzione della popolazione e ritorni occupazionali, pubblicato il 13 luglio 2018.
Altra tematica cara all’UNICEF riguarda l’equità nelle opportunità: secondo una recente ricerca condotta dal Centro di ricerca internazionale dell’UNICEF, l’Italia registra gravi svantaggi in tutte e quattro le dimensioni della povertà minorile analizzate nello studio comparativo tra 41 paesi OCSE/UE:
- nella graduatoria sul divario reddituale relativo l’Italia si colloca al 35° posto su 41 paesi.
- per il divario nei risultati scolastici è al 22° posto su 37 paesi.
- nella disuguaglianza nell’ambito della salute è al 28° posto su 35 paesi.
- per la disuguaglianza espressa in termini di soddisfazione nei confronti della propria vita da parte dei minorenni intervistati è al 22° posto su 35 paesi.
NEET Equity: il progetto
NEET Equity è un progetto UNICEF selezionato dal Dipartimento della Gioventù e Servizio civile nazionale nell’ambito dell’Avviso “Prevenzione e contrasto al disagio giovanile” (ID 189/Avviso Disagio).
Il progetto si sviluppa in tre comuni italiani (Napoli, Taranto e Carbonia) e si pone l’obiettivo generale di migliorare la capacità del territorio nel costruire politiche attive partecipate a favore della inclusione dei giovani NEET.
Il progetto si articola in tre ambiti di attività.
1. Chi sono i NEET?
Una ricerca-azione con la finalità di descrivere in ogni città l’entità del fenomeno, i principali stakeholder, le attività realizzate, le politiche adottate e i servizi attivati in a favore dei NEET.
Con i dati raccolti verrà prodotto un report finale e realizzata una campagna informativa che avrà l’obiettivo di aumentare il grado di conoscenza e informazione sul fenomeno.
2. Tutti nel LUP! Laboratori urbani di partecipazione
Si passerà poi al coinvolgimento dei ragazzi e di tutti i soggetti rilevanti sul territorio, con l’obiettivo di riattivare la partecipazione attraverso l’esperienza del volontariato sociale.
- Il LUP: Avvio di un laboratorio urbano partecipato in ogni città, uno spazio di ascolto e coinvolgimento dove saranno organizzate attività di formazione e di progettazione partecipata.
- Riattiviamoci!: partendo dalle competenze degli adolescenti coinvolti ci sarà una formazione al volontariato sociale che porterà ad azioni concrete nella città. Il lavoro parte da un’analisi dei bisogni e delle potenzialità del territorio, compiuta nell’ambito dei LUP.
- Raccontiamoci!: comunicazione e amplificazione all’esterno delle azioni del LUP, anche attraverso isocial media.
3. Confrontiamoci!
Verranno organizzati tre forum per l’avvio di reti territoriali di confronto tra le diverse parti interessate e in cui sia possibile costruire, in modo partecipato, piani locali di politiche attive a favore dell’inclusione dei giovani NEET.