Nazionalismo in Europa e Nazionalismi in Europa non è un sofisma o un’oziosità filosofica esclusivamente ad appannaggio di teorici e pensatori . È qualcosa di molto pratico e assolutamente tangibile che va a permeare molta parte della nostra vita quotidiana.
Un’accezione che, intesa al singolare, assume un significato diametralmente opposto al caso, invece, in cui la si considera declinata al plurale. Intendere, cioè, l’Europa come Nazione è qualcosa di molto lontano dal Manifesto per un’Europa Libera e Unita, meglio conosciuto come Manifesto di Ventotene. il documento ideato e scritto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel 1941 in confino nell’isola dell’arcipelago pontino.
Unione europea e Nazionalismo europeo
Spinelli parlava, a giusta ragione, di Unione Europea come il luogo ideale e fisico in cui le nazioni europee si univano. Non si annullavano e non scomparivano. L’idea era “pacifista” e per nulla belligerante ed il perno vero era proprio il concetto di unione e non di supremazia.
Questo concetto è proprio del Nazionalismo europeo o Paneuropeismo. Principi che propugnano la scomparsa dei singoli Stati per far posto ad un’unica entità riconosciuta nell’Europa come continente. Un’idea che mal celava la voglia, proprio, di pretesa supremazia europea.
Nazionalismo in Europa: la storia
Il concetto di Nazionalismo europeo nasce, con ogni probabilità, a cavallo del primo conflitto mondiale. Ben presto, è fatto preda della interpretazione manichea e strumentale dei teorici del Terzo Reich. Basti pensare che persino la “Giovine Italia” di Mazzini viene manipolata ed assoggettata a un lettura nazionalista.
Con la fine del secondo conflitto mondiale queste teorie vanno un po’ sottotraccia ma non scompaiono e testimonianze storiche ve ne sono diverse. Alcuni movimenti, non a caso d’ispirazione fascista e nazista, si rifacevano alle idee del Nazionalismo europeo: la RSI italiana, il Movimento Sociale europeo di Maurice Bardèche, il Fronte europeo di liberazione di Francis Parker Yockey, il Movimento Popolare Europeo di Otto Strasser, lo Union Movement di Oswald Mosley, Jeune Europe di Jean-François Thiriart divenuto poi Comitato di collegamento dei rivoluzionari europei e il Fronte europeo di Liberazione.
Movimenti ed associazioni di matrice molto chiara e che attraversano l’Europa dagli anni ’50 agli ultimi anni del secolo scorso mutando forma e sigle ma non discostandosi mai dall’espressione di forze di estrema destra.
Nazionalismo in Europa oggi
Oggi la situazione è ancora più chiara e definita. Finita l’epoca degli opposti estremismi sia a destra che a sinistra e con la caduta definitiva del muro di Berlino ed il rafforzamento ed ampliamento dell’U.E le esperienze politiche sotto i nostri occhi contengono molteplici governi espressioni della cosiddetta destra moderata.
L’Italia è solo l’ultimo Paese in ordine temporale a spostare la barra della sua politica a destra ma Francia, Spagna, Germania, Regno Unito e anche le democrazie un tempo socialdemocratiche del Nord Europa l’hanno preceduta abbondantemente.
L’estrema destra nazionalista europea, estromessa quasi ovunque, oggi ha subito una modifica ma non è scomparsa, infatti la ritroviamo con denominazioni diverse ma sempre uguale a se stessa ed alle proprie idee suprematiste in senso nazionale.
Nazionalismi in Europa oggi
Non si chiamano più nazionalisti ma identitari o sovranisti, hanno ammodernato il loro lessico e si vestono di novità ma in realtà alcuni Paesi europei come quelli che si rifanno al blocco di Visegrad: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria con l’aggiunta a fasi alterne dell’Olanda e del Belgio non sono altro che l’incarnazione del vecchio Nazionalismo europeo.
Sono i fatti storici e le loro dichiarazioni ufficiali a testimoniarlo: politica discriminatoria dei flussi migratori, politiche economiche protezionistiche e chiusura internazionale sono la traccia evidente e tangibile di come il Nazionalismo europeo in nuova salsa incide, eccome, sulle nostre vite .
Con questi Paesi deve fare i conti un’ Unione Europea sempre più debole, sempre più soggetto solo economico e non politico, sempre più appiattita in tema internazionale su un malinteso atlantismo che non le dà alcun significato come soggetto autonomo e la posizione nel conflitto russo-ucraino ne è la prova.