(Adnkronos) – Joe Biden attacca la Russia e Vladimir Putin dopo la morte di Aleksei Navalny. Il presidente russo non commenta il decesso del dissidente, Mosca parla solo attraverso i portavoce del Cremlino e del ministero degli Esteri. Sono le figure di secondo piano a rispondere alle accuse che arrivano da Washington e da tutto l’Occidente in una giornata cruciale. Navalny, detenuto da gennaio 2021, muore nel carcere siberiano dove ha trascorso gli ultimi mesi della sua vita. Il 47enne oppositore di Putin, in attesa di comunicazioni ufficiali, sarebbe morto per embolia, come ha riferito la tv di stato russa.
Un malore fatale dopo una passeggiata, secondo i servizi penitenziari, che sottolineano gli inutili sforzi dei medici e i tentativi di rianimazione durati mezz’ora. La sostanza, per Biden, non cambia: “Putin è il responsabile della morte di Navalny”, dice il presidente degli Stati Uniti parlando dalla Casa Bianca alle 12 di Washington. “Persone in tutta la Russia e tutto il mondo piangono Navalny. E’ stato prima avvelenato e poi ingiustamente accusato, condannato e posto in isolamento. Era tutto quello che non è Putin -prosegue il numero 1 della Casa Bianca- era coraggioso, con dei principi. Si era dedicato a costruire una Russia, dove potesse esistere lo stato di diritto e combatteva perché venisse applicato ovunque. Credeva che questa fosse la Russia per cui valeva la pena di vivere e morire. Il decesso “è la conseguenza di quello che ha fatto Putin”, ribadisce.
“Non sappiamo esattamente quello che è successo, ma non ci sono dubbi che la morte di Navalny è la conseguenza di qualcosa che Putin e i suoi banditi hanno fatto”. Nel 2021, Biden aveva lanciato un messaggio chiaro a Putin dopo l’arresto di Navalny: l’eventuale morte del dissidente avrebbe avuto conseguenze. Ora, il dramma si è consumato. “Conseguenze per la Russia? Ne hanno già subite molte e altre opzioni sono al vaglio”. Rispetto a 3 anni fa, “nel frattempo hanno dovuto far fronte a molte conseguenze e hanno avuto 350mila tra morti e feriti tra i soldati russi in Ucraina. Sono stati sottoposti a forti sanzioni e stiamo pensando a cos’altro si può fare… Stiamo esaminando tutta una serie di opzioni”.
La morte di Navalny aggiunge ulteriore tensione sull’asse Mosca-Washington dopo l’allarme, tutto sommato rientrato almeno nell’immediato, per le news relative al progetto russo di sviluppare armi in grado di colpire i satelliti americani. Sullo sfondo, la guerra in Ucraina: ora più che mai, dice Biden rivolgendosi di deputati della Camera dei Rappresentanti, è vitale dare il via libera al pacchetto da 61 miliardi di dollari con armi e aiuti per Kiev.
Ai siluri di Biden, Putin non risponde. L’agenzia Tass, dai suoi canali, diffonde la consueta messe di dichiarazioni del presidente concentrato nelle ultime ore sulla produzione industriale russa. Tocca al portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, fare muro davanti alle bordate che arrivano dall’Occidente. “Non ci sono informazioni sulle cause della sua morte – scandisce il portavoce della presidenza – E arrivano dichiarazioni di questo tipo. Ovviamente sono assolutamente rabbiose. Consideriamo queste dichiarazioni assolutamente inaccettabili”.
“Non ci sono state dichiarazioni da parte di medici, nessuna informazione da parte di esperti forensi, non ci sono state informazioni definitive da parte del Servizio penitenziario federale”, aggiunge Peskov, sottolineando che “è stato detto tutto, il presidente ha ricevuto un rapporto, ora l’Fps fa tutto ciò che deve essere fatto”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’altro volto della comunicazione istituzionale russa, Maria Zakharova.
”L’Occidente salta alle conclusioni” con ”la reazione immediata dei leader dei Paesi della Nato alla morte di Alexey Navalny con accuse dirette contro la Russia”, dice la portavoce del ministero degli Esteri affermando che ”le indagini forensi non sono ancora state completate” sul decesso del dissidente russo in carcere, ”ma le conclusioni dell’Occidente sono già pronte”.
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