Un nuovo terribile naufragio di migranti si è da poco consumato nel mar Egeo. Nella notte tra il 14 e il 15 giugno un peschereccio con a bordo circa 750 persone si è capovolto e poi è affondato al largo di Pylos. Il bilancio dei morti nel momento in cui scriviamo è di 78 morti mentre i superstiti sono 104. A prima vista il naufragio ha le stesse caratteristiche della tragedia avvenuta a Cutro nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorsi. Una descrizione oggettiva di quanto accaduto, infatti, non è ancora possibile farla, poiché il tutto si basa su testimonianze a tratti contrastanti. Cerchiamo di ricostruire la tragica vicenda in base a ciò che sappiamo.
Naufragio dei migranti al largo delle coste greche
Il peschereccio affondato sarebbe partito con a bordo 750 persone da Tobruk, una città costiera della Libia, alla volta dell’Italia. La mattina del 13 giugno il peschereccio viene avvistato da un elicottero di Frontex (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera), segnalato da Alarm Phone (il contatto di emergenza in supporto alle operazioni di salvataggio) e avvicinato dalla Guardia Costiera ellenica. A un certo punto l’imbarcazione si rovescia e inizia ad affondare a 47 miglia nautiche da Pylos, a sud del Peloponneso. Le operazioni di soccorso hanno dunque inizio salvando, al momento, 104 persone (nessuna col giubbotto di salvataggio) e recuperando 78 corpi. I superstiti sono stati prontamente portati al porto di Kalamata dove è stato allestito un primo centro di accoglienza. Le salme, invece, sono state trasferite nell’ospedale della capitale dove sarà effettuato il prelievo del dna per il riconoscimento.
Il balletto delle responsabilità
I tempi e i modi di questa tragedia non sono ancora del tutto chiari. Secondo Alarm Phone, la Guardia Costiera ellenica sarebbe stata allertata poco prima delle 17 su un’imbarcazione che era palesemente sovraffollata e quindi inadeguata a portare a termine il suo viaggio. La Guardia Costiera, dal canto suo, ha dichiarato che quando ha avvicinato l’imbarcazione non è stata richiesta alcuna assistenza. Al contrario, vi era la ferma intenzione di proseguire il viaggio verso l’Italia. L’agenzia Adn kronos riporta che una nave battente bandiera maltese avrebbe cibo e acqua intorno alle 20. Alcune testimonianze raccolte tra i sopravvissuti riferiscono, inoltre, che l’imbarcazione si sarebbe capovolta a causa delle manovre che la vedetta della Guardia Costiera avrebbe fatto per trascinarla con sé. Il risultato è che le operazioni di soccorso sono state avviate con molto ritardo.
Una tragedia senza precedenti
Se è vero che il bilancio delle vittime è destinato a salire con il passare delle ore, è altrettanto vero che quello definitivo potrebbe rendere conto di una tragedia senza precedenti. Il peschereccio è partito con 750 persone a bordo; di questi centinaia di donne e bambini sarebbero rinchiusi nelle stive. Il dato è frutto delle testimonianze dei sopravvissuti ma se dovesse essere confermata avremmo centinaia di morti in fondo al mare. Se al momento, infatti, conosciamo il destino di 182 di quelle persone che erano a bordo ce ne sono ancora presumibilmente altre 568 che potrebbero essere rimaste intrappolate nelle stive e andate fondo con la nave.