Il naufragio di migranti avvenuto all’alba di domenica scorsa nei pressi di Crotone è solo l’ultimo di una serie di episodi avvenuti nel Mediterraneo da gennaio 2023. Per avere un bilancio definitivo bisognerà aspettare ancora. Lo sbarco del weekend conferma la rotta turca come alternativa a quella balcanica.
Il naufragio migranti a Crotone
All’alba di domenica scorsa, un barcone carico di migranti è stato travolto dalla furia del mare al largo delle coste calabresi. Il bilancio provvisorio indica circa 80 superstiti e più di 60 vittime anche se si teme che si possa arrivare a 100 morti. Le operazioni di soccorso e di recupero, infatti, sono ancora in corso. Degli 80 superstiti 20 sono stati ricoverati in ospedale. La tragedia è avvenuta nei pressi della spiaggia di Steccato di Cutro, nel crotonese. E’ lì, infatti, che sono stati ritrovati la maggior parte dei cadaveri. Gli altri sono stati rinvenuti tra la spiaggia di Botricello, “Le Castella” di Isola di Capo Rizzuto e Crotone. Tra le vittime ci sono anche una ventina di bambini di varia età. Il più piccolo aveva meno di un anno.
Secondo le prime ricostruzioni l’imbarcazione si sarebbe arenata all’altezza di una secca davanti all’isola di Cutro. Secondo alcune testimonianze la barca trasportava 180 persone mentre secondo altre gli imbarcati erano addirittura 250.
La rotta turca
Le operazioni di controllo sembrano aver portato a individuare anche uno degli scafisti. Si tratterebbe di una persona di nazionalità turca. Il caicco (tipica imbarcazione turca) avrebbe raccolto migranti provenienti da Afghanistan, Iran, Siria e sarebbe partito dalla Turchia alla volta delle coste italiane. Non è la prima imbarcazione che segue quella che possiamo battezzare la rotta turca. I provvedimenti adottati da Erdogan (e sovvenzionati dall’Unione europea) per gestire i flussi migratori provenienti dal Medio Oriente hanno reso quasi impossibile percorrere la rotta balcanica. I viaggi della disperazione non si sono fermati ma hanno trovato una strada diversa per finire in Europa: quella che parte dalla Turchia e termina sulle coste della Calabria o del Salento.
Gli sbarchi nel 2023
I flussi migratori, dicevamo, non si sono mai fermati, neanche negli anni caratterizzati dalla pandemia. Il 2023 rappresenta anche un incremento. Dal 1° gennaio al 24 febbraio, secondo il ministero dell’Interno, in Italia sono sbarcati 14.104 migranti. Un balzo enorme se si pensa che nello stesso periodo del 2021, le persone sbarcate erano state 4.304 mentre nel 2022 erano state 5.345. Arrivano per lo più da Guinea, Costa d’Avorio, Tunisia e Pakistan. Nel 2021, 10.053 sono stati i minori non accompagnati sbarcati nel nostro paese; nel 2022 sono stati 14.044, mentre nei primi due mesi del 2023 (fino al 20 febbraio) il numero ammonta a 861.