Anni ’70, ’80 e ‘90
“Nato tre volte” di Luca Fedeli edito da Rubettino è la storia di un giovane che cerca la sua strada. Le tre rinascite del protagonista, Michele, sono un pretesto dell’autore per raccontare anche un’altra storia, quella dell’Italia degli ultimi trent’anni. Attraverso le vicende e le riflessioni del protagonista, il lettore inizia un viaggio indietro nel tempo, dagli anni ’70 fino ai nostri giorni. Ogni decennio è scandito da film, canzoni, romanzi, oggetti, eventi sociali e politici che hanno caratterizzato quel periodo e che in “Nato tre volte” di Luca Fedeli formano una storia nella storia.
Michele non riesce a trovare la sua strada (così come la donna giusta). Le sue rinascite coincidono con eventi di grande portata che danno un nuovo corso ai suoi pensieri e alle sue emozioni. Gli accade ad esempio con il mitico ’68. Diventa comunista, partecipa alle assemblee studentesche, va al Partito per poi chiedersi improvvisamente perché. Come era diventato comunista? Ma comunista lo era davvero?
Gli interrogativi riempiono la vita di Michele, scandiscono le sue giornate e i suoi anni.
“Nato tre volte” di Luca Fedeli è un libro di occasioni mancate, di rinascite, di donne belle ed enigmatiche, di racconti sottili e allegri.
“Nato tre volte” di Luca Fedeli
In questa intervista abbiamo chiesto all’autore di raccontarci qualcosa in più sul suo libro e su Michele, il protagonista.
Iniziamo dal titolo per incuriosire un po’ il pubblico. Perché “Nato tre volte”? È il suo protagonista che è soggetto a rinascite continue?
Michele nasce una prima volta come tutti, alla fine degli anni cinquanta, per poi rinascere metaforicamente una seconda volta in una oscura sezione del partito comunista nel giugno del 1974. Solo pochi anni dopo, apparentemente muore, in una sorta di esecuzione pubblica che avviene nel giorno in cui si trova il cadavere di Aldo Moro in via Caetani a Roma e infine, risvegliandosi dal coma, nasce una terza volta in un piccolo ospedale della Toscana.
Michele è il protagonista del suo libro. Possiamo considerarlo il suo alter-ego?
Non posso considerare Michele il mio alter ego. Certamente le sue storie sono ispirate anche a vicende autobiografiche, adeguatamente reinterpretate, o comunque a quelle vissute e/o raccontate da miei coetanei o persone che hanno attraversato quegli anni.
Michele è alla continua ricerca di se stesso. Nel momento in cui pensa di essere arrivato al punto giusto, si rimette in discussione. Cos’è secondo lei che lo rende così inquieto e sempre fuori posto?
Conoscessi la risposta a questa domanda, probabilmente non avrei scritto il libro. Battute a parte, ho cercato di rappresentare il disagio del protagonista, Michele, che esprime una personalità contraddittoria, sofferta e che, sospeso nelle sue riflessioni su Cartesio, Popper, Gramsci, Marx ecc., spesso ha difficoltà a trovare una strada coerente e sicura. In parte è lo stesso disagio di una generazione che non ha vissuto il ’68, ma solo i periodi successivi e poi è stata investita dalla “rivoluzione passiva” (anche se accattivante e affascinante) degli anni 80.
Le vicende di Michele sono un pretesto per raccontare la storia italiana degli ultimi trent’anni. Perché ha sentito l’esigenza di raccontarla?
Il romanzo percorre gli anni 70 del ventesimo secolo nella prima parte (“Le origini”), gli anni ottanta nella seconda, che non a caso si intitola “La rivoluzione passiva”, per avventurarsi brevemente negli anni novanta fino in pratica ai giorni nostri. Non è in alcun modo un’operazione vintage, ma per ogni decennio si citano film, scrittori, registi ecc., che l’hanno caratterizzato anche in modo originale e che divengono in qualche modo personaggi del racconto. In definitiva credo che soprattutto che gli anni 70 e 80 del ventesimo secolo siano stati nel bene e nel male due decenni decisivi nella storia del nostro paese ed abbiano condizionato ed orientato la società italiana (e non solo) contemporanea.
“Nato tre volte” è il suo primo romanzo. Quando ha capito che era arrivato il momento di pubblicare questa storia?
Ho lasciato questo libro nel cassetto, come credo accada a molti, per due anni. Poi l’ho fatto leggere, quasi per caso, ad amici e persone che stimo e che mi hanno incoraggiato. Così ho pensato che forse valeva la pena di provare a pubblicarlo.
Sta già lavorando su un nuovo libro o ha in cantiere altri progetti che si allontanano dalla scrittura?
Da quando ho concluso “Nato tre volte” ho scritto alcuni racconti ed ho iniziato un nuovo romanzo che potrebbe essere, ma è solo un’ipotesi, il “sequel” di questo.