I premier di Svezia e Finlandia, in una conferenza stampa congiunta, hanno annunciato di star valutando l’entrata nella Nato. Una scelta che, oltre a scatenare le ire di Putin come già avvenuto, annullerà lo status di Paesi neutrali e modificherà lo scacchiere europeo. Facciamo il punto su cosa significa essere un Paese neutrale e quanti sono quelli che hanno fatto questa scelta in Europa.
Cosa prevede il diritto internazionale
Il diritto internazionale riconosce a un Paese il suo diritto alla neutralità. Il diritto, cioè, di non partecipare ai conflitti armati in corso tra Paesi terzi. Tale diritto prevede che, durante il conflitto, lo Stato neutrale:
- non fornisca armi, attrezzature o personale militare a sostegno di una delle due parti
- non crei alleanze militari con i Paesi coinvolti
- eviti assolutamente di fornire aiuti finanziari a uno dei due Paesi in guerra
- non fornisca basi militari o corridoi di passaggio degli eserciti
- non crei un canali di comunicazione sul proprio territorio con una delle due parti.
Uno stato neutrale può inviare solo aiuti umanitari e ospitare i profughi.
La neutralità, inoltre, può essere occasionale o permanente. E’ occasionale quando scoppia un conflitto internazionale e il Paese che non è coinvolto decide di non schierarsi. La neutralità permanente, invece, è frutto di accordi bilaterali.
La Svizzera e le sue sorelle europee
Il caso più emblematico di neutralità permanente è quello della Svizzera che ha una lunga tradizione in materia. La sua neutralità, infatti, risale al 1516, anno della firma del primo trattato di pace. Nel 1798, in seguito all’invasione della Francia, fu costretta a derogare alla sua neutralità che verrà riconosciuta definitivamente nel 1815 con il Trattato di Parigi. La neutralità perpetua dell’Austria, invece, è frutto di un atto costituzionale del parlamento del 1955. Nessuna norma giuridica sostiene il principio di neutralità della Svezia che decise di abbracciarla già al tempo delle guerre napoleoniche. La neutralità della Finlandia è stata sancita dal Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza firmato nel1948. In cambio del suo aiuto per cacciare dal suolo finlandese i tedeschi, l’Unione Sovietica impose al suo vicino pesanti condizioni. La Finlandia dovette cedere il 10% del suo territorio corrispondente parzialmente allo sbocco sul mare di Barents e assicurare la sua neutralità.
Svezia e Finlandia e la loro entrata nella Nato
Con la dissoluzione dell’Unione Sovietica il Trattato è venuto meno e la Finlandia ha iniziato il suo percorso di avvicinamento all’Europa e alla Nato (in questi anni, infatti, ha partecipato alle operazioni militari in Kosovo, Afghanistan e Iraq). Percorso accelerato poi dall’annessione della Crimea da parte della Russia e ora dall’invasione dell’Ucraina. Con l’inizio della guerra in Ucraina la maggior parte degli Stati europei ha rinunciato alla neutralità occasionale imponendo sanzioni a una parte e inviando armi all’altra. Ora sembra che gli ultimi baluardi storici di neutralità vogliano scomparire. Ci stiamo avviando verso un nuovo conflitto allargato?