La natalità in Italia ha un andamento sempre più basso. Nel nostro Paese nascono sempre meno bambini. Una consapevolezza che fa pensare, una questione prioritaria per certa parte politica. Come si risollevano i numeri? Dispensando bonus e misure ad hoc?
Il modello Francia
Quando si parla di politiche a sostegno della natalità non può non venire in mente il caso della Francia dove, a partire dal 2004, sono state introdotte diverse misure in merito. Tra queste il premio per la nascita di poco più di 1000 euro o di circa 2000 euro all’adozione, i contributi per baby sitter o asili nido fino a un massimo di circa 400 euro, e un contributo mensile per chi riduce l’attività lavorativa o rinuncia al lavoro per seguire i figli (anche questo può raggiungere un massimo di 400 euro). Da un punto di vista fiscale, invece, i vantaggi per i genitori sono stati pochi poiché, per calcolare l’ammontare delle tasse, il reddito familiare è diviso per i componenti del nucleo e i figli sono considerati al 50%. Un dettaglio, questo, che ha fortemente penalizzato, per esempio, le madri single.
L’assegno unico per i figli
In Italia lo scorso anno ha debuttato l’assegno unico per i figli. A un anno di distanza sappiamo che sostiene una platea di 9,6m milioni di giovani under 21 e che la cifra media corrisposta è di 168 euro al mese per figlio (dati Inps). La misura arriva a tutte le tipologie di lavoratori (sia dipendenti che autonomi o subordinati e parasubordinati) e non solo. E’ erogata anche ai poveri e ai disoccupati. Certamente un contributo importante ma che non può da solo risolvere i problemi legati alla crescita di un figlio. Al momento il governo sembra stia vagliando la possibilità di corrispondere vantaggi fiscali alle famiglie con figli nonché altre misure di welfare per sostenere le famiglie con più figli o con figli piccoli. A differenza della Francia, in Italia le misure a sostegno delle famiglie con figli prevedono cifre più basse ma arrivano a una platea più ampia.
Natalità Italia: questione di Welfare?
Nonostante gli importanti obiettivi raggiunti, proprio l’esempio della Francia dimostra che il welfare da solo non può bastare a risolvere il problema di una bassa natalità. Questo per due ordini di motivi: uno culturale, l’altro economico. Rispetto a cento anni fa, altro periodo in cui la natalità è stata un tema forte, la società è molto cambiata. Prima di tutto avere un figlio non è più una priorità per la donna che guarda anche ad altre ambizioni. I giovani, sia uomini che donne, studiano più a lungo, entrano nel mondo del lavoro più tardi. L’incertezza legata al lavoro, sempre più precario e meno tutelato, fa sentire il suo peso sui progetti familiari. Le stesse famiglie sono cambiate e non parliamo solo di quelle fondate sulla convivenza piuttosto che sul matrimonio. Avere un figlio è una scelta che oggi non passa necessariamente per la coppia ma che può essere portata avanti anche singolarmente. Non dimentichiamo le famiglie arcobaleno formate da coppie omosessuali che per avere figli devono andare all’estero. Le misure che il governo intende adottare per incentivare la natalità ne terranno conto?
In copertina foto di Sophie Janotta da Pixabay