Pagano è autore del libro e dell’omonimo documentario vincitore del Biografilm Italia Award 2015, censurato dopo i fatti di Parigi di novembre scorso.
E’ un giornalista esperto di Islam, arabista, traduttore e autore televisivo (ha collaborato con Report). Vive e lavora al Cairo, era lì quando Regeni è morto e qualche ora prima che lui sparisse.
È l’opinione di uno dei convertiti all’islam nei quartieri popolari di Napoli. Ma il suo «Califfato» ideale non è quello di al-Baghdadi, che anche lui con¬sidera empio e assassino. Sotto il nome di «Califfato» i convertiti sognano uno Stato che funziona, dove i politici non si fanno i fatti loro, dove esiste un’etica. È una sorta di via sociale alla religione, quella che rico¬struisce Ernesto Pagano in un racconto-reportage efficace, provocatorio, vitale che ci porta nei luoghi tradizionali dell’islam na-poletano, come la famosa moschea di piaz¬za Mercato, ma anche in quelli più inattesi, tra le case e i negozi dei «nuovi musulmani».
Nel libro si parte diversi anni prima del progetto cinematografico, si attraversa il Cairo, si finisce a Milano. La storia inizia con Ciro Capone Muhammad, che cercava un libro su Maradona e ha trovato Allah, prosegue con Dino che vuole fare un califfato a Napoli, arriva ai Gmi, i giovani musulmani italiani che hanno aperto sedi in oltre cinquanta città e hanno come mission la reislamizzazione delle seconde generazioni di arabi nati in Italia.
Ritratti di napoletani di diversa estrazione sociale e culturale convertiti all’Islam per ragioni diverse, tutte interessanti le testimonianze: Pagano intervista i suoi interlocutori e li lascia raccontare unendo a queste testimonianze il suo punto di vista e la sua riflessione sull’Islam oggi in Italia, in particolare a Napoli, e in Europa.