Dopo 11 anni di assenza, torna il Napoli Strit Festival – Rassegna Internazionale delle Arti in Strada. Il Festival, amatissimo dai napoletani e dai turisti, in grado di portare per le strade di Napoli più di un milione e mezzo di spettatori nelle precedenti nove edizioni, torna grazie alla volontà del Napoli Teatro Festival Italia e della Regione Campania, fortemente convinti della necessità di riproporre un evento con una straordinaria connotazione socio-culturale, in grado di smuovere dal basso le migliori energie creative per proporle a quella parte della città generalmente più restia ad accogliere l’offerta culturale.
Più di 50 spettacoli in due giorni tra teatro di strada, musica, poesia, reading di fiabe, installazioni, nel percorso che va da Piazza Dante a Port’Alba, da Piazza Bellini all’Accademia delle Belle arti. Venerdì 8 e sabato 9 giugno, dopo 11 anni di assenza, torna il Napoli Strit Festival – Rassegna Internazionale delle Arti in Strada. Il Festival, amatissimo dai napoletani e dai turisti, in grado di portare per le strade di Napoli più di un milione e mezzo di spettatori nelle precedenti nove edizioni, torna grazie alla volontà del Napoli Teatro Festival Italia e della Regione Campania, fortemente convinti della necessità di riproporre un evento con una straordinaria connotazione socio-culturale, in grado di smuovere dal basso le migliori energie creative per proporle a quella parte della città generalmente più restia ad accogliere l’offerta culturale.
Il cosiddetto Strit Festival si è svolto a Napoli dal 1999 al 2007, raccogliendo attorno a sé grandi consensi ed entusiasmo e sviluppando collaborazioni con oltre 500 tra Associazioni, Istituzioni pubbliche, Agenzie sociali, Istituti culturali, Ambasciate. Perché lo Strit Festival è un modello culturale che parte dalla rete, dall’interazione tra i soggetti produttori di cultura e di attività sociali. Perché se l’arte e la cultura non sono legate alle tematiche sociali, allora a cosa servono?
Nelle nove edizioni precedenti lo Strit Festival ha provato a riavvicinare l’arte, le arti, nelle loro più diverse forme di espressione a quella parte della città che resta generalmente più avulsa dalla vita culturale, creando un intenso e spettacolare processo di coinvolgimento sociale, fisico ed emotivo: migliaia di giovani e meno giovani, intere famiglie e turisti hanno animato il Centro storico da spettatori e parte integrante degli spettacoli, trasformando i vicoli e le piazze in un immenso e festoso palcoscenico a cielo aperto.
“La Regione Campania – ha dichiarato il presidente Vincenzo De Luca – ha fortemente voluto il ritorno di un evento così amato dalla città e in grado di rendere protagonisti i cittadini-spettatori, abbattendo quel muro che spesso divide i produttori culturali con il pubblico. La nostra intenzione è quella di allargare quest’esperienza anche agli altri capoluoghi regionali, per espandere questo modello di produzione culturale e questa visione nel segno della partecipazione attiva e del coinvolgimento dal basso dei cittadini ai processi culturali. La cultura non può essere un diritto per pochi”.
La decima edizione dello Strit Festival, che è sempre stato identificato con i suoni chiassosi della festa, sarà dedicata al silenzio. Un silenzio atipico, sia per il Festival che, soprattutto, per la città, che come è noto è una delle più chiassose del mondo. L’idea forte è quella della fine del potere magico delle parole, parole ormai svuotate della loro capacità persuasiva, parole che scorrono a fiumi e invadono le nostre vite senza più lasciare traccia di sé, parole impalpabili e violente allo stesso tempo, parole ormai senza significati, parole che, parafrasando Italo Calvino, non sono più capaci di fare ombra sui fogli bianchi. Dunque il Festival celebrerà a modo suo il Funerale dei fatti e delle parole, e lo farà attraverso una serie di attività e azioni artistiche declinate nei diversi linguaggi dell’arte.