Nel giro di poche ore, la storica Basilica di Santa Chiara, la più grande basilica gotica della città di Napoli, è finita in prima pagina per due differenti motivi. Da una parte, infatti, il complesso storico ha iniziato a far sentire i tanti anni di incuria con un cedimento di una parte dell’intonaco del portale di ingresso, con l’area prontamente messa in sicurezza dai vigili del fuoco.
Dall’altra parte, però, è arrivato finalmente l’annuncio della riapertura al pubblico dello storico campanile del complesso che, al termine dei lavori di restauro, che dovrebbero concludersi entro il prossimo mese di aprile, sarà, finalmente, accessibile al pubblico. Dopo circa 71 anni, il campanile è infatti chiuso al pubblico dal 1943, sarà possibile, probabilmente già dal mese di maggio, raggiungere la sommità del campanile di Santa Chiara godendo cosi di un panorama davvero unico sul centro storico di Napoli.
Per rimettere a posto il campanile di Santa Chiara saranno necessari 105 mila Euro, una cifra tutto sommato contenuta che potrebbe essere recuperata rapidamente grazie al ticket di ingresso che si dovrà acquistare per poter accedere alla struttura in futuro. Entro il mese di ottobre dovrebbe ultimarsi il concorso di idee che porterà alla realizzazione della nuova scala che condurrà i visitatori sino alla cima del campanile. In parallelo ai lavori del campanile, la Seconda Municipalità di Napoli, che cura il progetto, ha stanziato 58 mila Euro per riqualificare tutta l’area verde antistante il complesso di Santa Chiara.
Un patrimonio di monumenti chiusi
Il centro storico di Napoli, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1995, è un incredibile concentrato di monumenti, veri e propri pezzi di storia della città partenopea. Troppi sono ancora però le chiese fatiscenti e chiuse al pubblico che avrebbero bisogno di grossi lavori di restauro per poter, finalmente, essere riconsegnate alla cittadinanza.
Uno degli esempi più lampanti del degrado del patrimonio monumentale cittadino è rappresentato dalla chiesa di Sant’Agostino alla Zecca, una delle chiese più grandi di Napoli il cui campanile rappresenta, insieme proprio al campanile di Santa Chiara, una delle vette del centro antico partenopeo. La chiesa di Sant’Agostino alla Zecca è ancora chiusa al pubblico oggi dopo i danni recati dal terremoto del 1980. Sempre a causa del terremoto, e non solo, è chiusa, e praticamente abbandonata alle intemperie, il sacro tempio della Scorziata, una chiesa posta all’incrocio tra Via Cinquesanti e Piazza San Gaetano, uno dei punti più frequentati dai turisti del centro storico. A Via Costantinopoli, una delle arterie principali della zona, le chiese San Giovanni Battista delle Monache e di Santa Maria della Sapienza attendo, da anni, una riapertura. Chiusa a causa dell’incuria, dei furti e del terremoto, e riaperta solo nel maggio dei monumenti del 2012, è anche la Chiesa di Gesù e Maria, nella zona di Pontecorvo, appena al di fuori delle mura cittadine, un enorme simbolo del barocco napoletano oramai in totale stato di abbandono. L’elenco dei monumenti chiusi o, di fatto, abbandonati di Napoli è, purtroppo, talmente lungo che si fa quasi fatica a compilarlo.