Lettera aperta al nuovo sindaco di Napoli Luigi de Magistris
Caro Sindaco, “veniamo a lei con questa mia a dirvi (addirvi una parola)”. No non è uno scherzo vogliamo proprio scrivere una lettera al nuovo sindaco di Napoli appena eletto con un risultato eclatante, ben il 65% dei consensi al ballottaggio. Bene, ciò che vogliamo scrivere al dott. de Magistris sono poche ma essenziali cose. Il suo è stato un successo totalmente inaspettato, basta vedere le cronache di uno o due mesi fa per capire che dagli ‘analisti’ di rango non era neppure considerato. Nelle sue dichiarazioni a caldo lei ha detto che la sua è una vittoria di popolo al di là e senza gli apparati della politica tradizionale. E’ vero ed è questo quello che più ci fa piacere e speriamo possa essere il punto di partenza per un vero rinascimento napoletano. Chi scrive ha, suo malgrado, assistito alle giunte pentapartitiche, monocolori bianchi e non solo, ma ha anche assistito alla formazione della prima giunta rossa, quella del mai tanto compianto Maurizio Valenzi nel ’76 e alla sua rivoluzione copernicana, poi diluita ed annacquata nei meandri melmosi della prima repubblica. Chi scrive ha anche assistito, ed emotivamente ha anche partecipato, alla prima giunta Bassolino, assurto a Palazzo San Giacomo per elezione diretta nel 1993 dapprima luce illuminante suella città già martoriata e finita poi ingloriosamente fra le grinfie di una pletora di burocrati ed affaristi che pian piano la erosero e stesso, se non più crudele trattamento, hanno riservato alla Jervolino che succedette. Come vede, caro Sindaco, Napoli non è nuova a cadute e rirogimenti vari ma tutti accomonati da un unico denominatore: nascere bene e morire malissimo. Mi auguro che lei faccia eccezione a questa storia; mi auguro che riesca davvero ad operare quello scatto di reni che, ora più che mai, serve cominciando a fare piazza pulita prima nel Palazzo e contestualmente fuori. Mi auguro e le auguro di non dimenticare mai le facce di tutti, giovani e meno giovani, che hanno creduto in lei per tutta la campagna elettorale investendo quanto di più caro (ma anche una delle ultime cose che ci rimangono) sulla sua persona: la fiducia. Lei è stato eletto dal popolo con un voto che trasversalmente ha unito centro e periferie è da qui che mi auguro voglia partire. Napoli è una ed è nella sua interezza che vanno assimilati e risolti i problemi. No, non quei problemi-rompicapo da settimana enigmistica che politici, politologi, sociologi, ed esperti in genere pongono giustamente, ma quelli della vita di ogni giorno: la spazzatura; il verde pubblico, il funzionamento della macchina comunale, i servizi per le fasce deboli (anziani e disabili), i trasporti e la viabilità , la vivibilità e la sicurezza, il commercio, lo sport (che non è solo il calcio Napoli). La sua stella polare sia quella di creare una città a misura di cittadino; non è utopia! Chi l’ha votata è stanco marcio di quei giochi di potere che hanno portato il consiglio comunale negli ultimi anni a non riuscire non già a decidere ma neppure a riunirsi. Basta, ora voglio accomiatarmi con un augurio a noi operatori della comunicazione (che poi è un augurio a lei come sindaco): che noi – da oggi in poi – si possa raccontare il percorso di una città che, sempre fra le mille difficoltà quotidiane, possa rislaire la china e farla riassurgere a quel posto d’onore che merita per storia e soprattutto per l’umanità della sua gente. Riparta dal basso, tenga sempre presente i più deboli, quelli che da soli non possono farcela e con questo metro legga tutti i provvedimenti che sarà chiamato a fare. Faccia sempre quello che ha fatto per tutta la campagna elettorare: stia fra la gente, ascolti e sappia interpetrare le sofferenzed e le aspirazioni della gente che siano giovani, disoccupati, imprenditori, anziani, disabili, casalinghe, studentesse, impiegati o docenti universitari.
In bocca al lupo!
Gianni Tortoriello