Finalmente, con dieci giorni di ritardo rispetto a quanto annunciato, Napoli ha reso omaggio ancora una volta al suo ultimo re. Da oggi nella toponomastica della città c’è via Pino Daniele ed è quella che fino a qualche ora fa si chiamava vicoletto Donnalbina, una piccola traversa di via Donnalbina a un passo dal complesso di Santa Maria la Nova e dalla casa dove Pino trascorse la sua adolescenza con le zie, luogo dove fu messa su carta la canzone che definì Napoli la città dei mille colori. Proprio in quell’angolo c’è il bar Battelli, dove un giovane Enzo Gragnaniello si guadagnava il pane e luogo d’ispirazione di quella famosa ‘tazzulell e cafè’.
Circa cento persone erano presenti oggi pomeriggio alla cerimonia che ha visto protagonista il piccolo Francesco. È stato infatti l’ultimo figlio di Pino a scoprire la targa della strada. Oltre alla mamma Fabiola Sciarrabasi, seconda moglie di Pino, dei famigliari erano presenti anche i fratelli Nello, Carmine e Salvatore. Proprio quest’ultimo non si è sottratto nel lanciare una piccola frecciatina pubblicamente, lamentando con l’assessore comunale alla cultura Nino Daniele, presente unitamente al sindaco De Magistris, che la strada intitolata sarebbe, forse, poca cosa in confronto a quanto Pino ha dato alla città, «mi aspettavo – ha affermato – magari una piazza». Ai nostri microfoni ha invece accennato che la decisione di intitolargli una piccola strada sarà stata frutto forse anche allo «zampino di qualcuno» riconoscendo però che il tutto è stato fatto in poco tempo. Degli amici e compagni di mille viaggi musicali il percussionista Tony Esposito e il batterista Tullio De Piscopo hanno presenziato alla cerimonia.
«Il processo di ricordo per Pino deve essere senza fine – ha detto il primo cittadino De Magistris -. Noi come Comune abbiamo messo il massimo della passione per questo artista la cui musica ha attraversato il mondo, dimostrandoci che i confini e le mura servono solo a chi ha pregiudizi e un cervello piccolo». Il sindaco, che ha ringraziato il prefetto per aver concesso la deroga per intitolare la strada a Pino (la legge prevede infatti che devono passare almeno dieci anni dalla morte) ha anche annunciato che a giorni saranno intitolate le scale, quelle che fecero da scenografia al film “Scusate il ritardo”, a Troisi ed entro la fine dell’anno tre strade prenderanno i nomi di Roberto Murolo, Renato Carosone e Sergio Bruni.
Sempre nel ricordo di Pino è prevista per ottobre ancora una mostra al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, con foto inedite dell’artista mentre, nelle intenzioni del sindaco, c’è quella di una serata con vari artisti in occasione del prossimo Capodanno.