UTILIZZO Diciamolo subito: per ora la città sembra pedalare bene. “La risposta dei cittadini all’introduzione del bike sharing è stata estremamente positiva”, spiega l’associazione. “I dati di questi mesi sono andati al di là di ogni nostra previsione. A sei mesi dal lancio della sperimentazione open abbiamo registrato 43.494 sessioni, per oltre 13mila iscritti. La maggior parte degli utenti utilizza la bicicletta correttamente, cioè entro i 30’, come mezzo di trasporto rispondente alla risoluzione del problema dell’ultimo miglio”. Un risultato più che incoraggiante, quindi, sebbene nessuna delle ciclostazioni serva la zona collinare della città: “Questo è un progetto pilota, circoscritto – ci spiegano – il che significa che se va bene si potrebbe pensare in futuro di ampliare la rete delle ciclostazioni”.
“Inoltre – ci spiegano – gli assi del nostro progetto sono, nell’ordine, mobilità sostenibile e tecnologie per le smart communities e turismo e beni culturali, quindi il centro storico rappresenta l’ambito di riferimento ideale. Siamo molto soddisfatti, considerando che siamo partiti da zero e che abbiamo dovuto lavorare anche sul substrato culturale per contribuire a diffondere concetti quali sharing economy, mobilità alternativa e logistica dell’ultimo miglio. Ovviamente, non siamo mai stanchi di imparare e ricercare migliorie per realizzare, in prospettiva, un risultato di qualità”.
LA SCADENZA L’altra parte della storia, tuttavia, è un po’ in salita. Il bike sharing napoletano è frutto di un progetto di ricerca: Cleanap ha vinto il bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del MIUR – PON Ricerca e Competitività 2007-2013, cofinanziato con risorse del FESR per le Regioni della Convergenza. Questo significa che, almeno per ora, non è un servizio permanente: un problema di non poco conto.
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— Bike Sharing Napoli (@BikeSharingNa) 28 Giugno 2015
Originariamente la conclusione del progetto era prevista per il 30 maggio 2015, ma in seguito la scadenza è stata prorogata al 30 settembre per iniziativa ministeriale (qui il testo del decreto): “Si è trattato di un provvedimento che ha riguardato tutti i progetti che hanno vinto lo stesso bando – spiega l’associazione -. Abbiamo recepito la notizia tramite il sito del MIUR e la corrispondenza ufficiale che solitamente teniamo con la nostra project officer”. Il prolungamento ha permesso al progetto di estendere la sua durata, ma il nuovo termine rappresenta, allo stesso tempo, un’incognita e una sfida per la città: “Cleanap non potrebbe farsi carico del progetto: è piuttosto oneroso e comporta una serie di costi di gestione elevati che non possono essere coperti a fondo perduto”.
IPOTESI L’interesse di potenziali investitori interessati al bike sharing napoletano potrebbe quindi rivelarsi decisivo, e in tal senso Cleanap è al lavoro: “Sugli scenari futuri preferiamo dire che ci stiamo impegnando affinché gli sforzi profusi in questi anni di lavoro possano contribuire a realizzare un vero e proprio servizio di mobilità alternativa”. Già, ma cosa accadrebbe se non si trovasse alcuna soluzione entro il 30 settembre? Dei 2 milioni di euro stanziati per il progetto – 1.6 contributi pubblici e il restante 20% messo dai soci dell’associazione sotto forma di tempo/lavoro volontario – sono stati già erogati 1.4 milioni. “La proroga non ha riguardato un aumento dei fondi – spiega Cleanap -. I nostri rapporti con il Comune sono buoni, di supporto logistico e collaborazione. Cosa accadrebbe in assenza di soluzioni percorribili? La strumentazione è a noleggio: biciclette e stazioni tornerebbero all’azienda fornitrice”.