Sul palco dell’AvaNposto Numero Zero, l’adattamento scenico di Napoli Capitale Morale, l’ultimo successo editoriale di Angelo Forgione, edizioni Magenes. Il saggio affronta il rapporto fra Napoli e Milano attraverso sei secoli, descrivendo gli intensi contatti fra le due città faro del Sud e del Nord d’Italia, l’una capitale morale pre-risorgimentale e l’altra capitale morale post-unitaria.
In scena, l’attrice Marilia Marciello, che leggerà alcuni brani scelti del saggio, e lo stesso autore, che introdurrà e collegherà le varie epoche con brevi spiegazioni. L’accompagnamento musicale sarà affidato alle note del Maestro Raffaele Cardone, mentre la regia sarà curata dal Direttore Artistico del teatro, Egidio Carbone Lucifero. La Dama con Ermellino di Leonardo Da Vinci, indossa abiti in stile napoletano d’epoca aragonese, l’affermazione ottocentesca del Teatro di San Carlo è legata all’intraprendenza di un milanese, il Neoclassicismo, nato a Napoli, ha trovato applicazione a Milano prima di imporsi definitivamente in terra partenopea.
Sono sono alcuni degli esempi che raccontano gli intensi e ricchi scambi culturali fra le due metropoli, interrotti dall’Unità nazionale. Una vicenda molto lontana dall’attuale convivenza forzata, priva di dialogo tra le parti del Paese. Quando si è interrotto questo dialogo? Quando diffidenza e rancore hanno preso il posto di stima e rispetto? La rappresentazione si propone di ritornare alle origini della vera Storia d’Italia, sconosciuta a molti, dalle cui dinamiche è nata una nazione disgregata. Una proposta oltre le urla, gli insulti e le mistificazioni dell’informazione.
«S’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani» ebbe a scrivere in realtà Massimo d’Azeglio, descrivendo, in poche parole, l’impossibilità di un processo davvero unitario. Riscoprire il passato, è un’urgente necessità, di fronte alle due derive che si vanno sempre più affermando nel nostro Paese: il radicato leghismo, con tutto il suo volgare antimeridionalismo, che tende ad allontanare sempre di più i vari pezzi della Nazione, e la crescente esaltazione neo-meridionalista di pancia, intrisa di improduttivi provincialismi, che con la sua miopia prospettica, rischia di compromettere la credibilità delle pur giuste rivendicazioni del meridionalismo intellettuale. Occorre trasformare la menzogna in verità, convertire il rancore in fierezza e liberarsi dalla soffocante ignoranza, a lungo coltivata e distribuita nell’Italia separata dalle sue nobili radici. L’Italia unita. Finalmente.