«È veramente bello battersi con persuasione. Abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando. Perché il mondo appartiene a chi osa!». È un aforisma del grande Charlie Chaplin che fa bella mostra sulla pagina facebook di una ragazza di 18 anni di Torre Annunziata, nel napoletano. Si chiama Irma Testa. Ma chi è Irma Testa? È una boxeur delle Fiamme Oro ed è la prima donna pugile italiana che di recente ha ottenuto la qualificazione per le Olimpiadi di Rio nella cat. 60 kg. Il pass lo ha ottenuto battendo nella semifinale del torneo di ammissione di Samsun, in Turchia, la bulgara Staneva (verdetto non unanime, 2-1). In una intervista a «Repubblica», così si era espressa sulla vittoria contro la bulgara: «la paura di perdere c’è stata, per fortuna è andata bene. La bulgara è brava, ci ho perso il mese scorso, conoscevo il suo valore. Non abbiamo combattuto come sappiamo, l’ansia era troppo forte per entrambe. Sensazioni? Ancora non mi sembra vero, dovrà passare qualche ora».
Cresciuta nella palestra “Boxe Vesuviana” del maestro Lucio Zurlo, in un quartiere difficile di Torre Annunziata, la «Provolera», dove insegna boxe da cinquanta anni (il suo motto è: prima uomini e poi campioni), ha iniziato a tirare di boxe a 10 anni e già vanta un dignitoso palmares: bronzo nel 2012, a Danzica (Polonia), a soli 14 anni, guidata dall’allenatore Cesare Frontaloni; argento 2013, a Keszthely (Ungheria), all’Unione europea, guidata dagli allenatori Emanuele Renzini e Laura Tosti, gli stessi della nazionale italiana; mondiale 2013 nella categoria juniores a 52 kg, a Albena (Bulgaria); nel 2014 argento mondiale 2014 “cat. Youth”, qualificazione alle Olimpiadi giovanili di Nanjing (Cina) e oro europeo “cat. 54 kg”, ad Assisi; oro ai mondiali femminili juniores 2015 “cat. Youth” 57 kg, a Taiwan (Cina), battendo l’ucraina Bondarenko (3-0) e oro europeo “cat. Youth” 60 kg, a Keszthely (Ungheria). Una forza della natura in 173 cm di altezza e 60 kg di peso, una ragazza come tante, di famiglia borghese, una di quelle acqua e sapone, come si dice, attenta a non prendere pugni ma a darne tanti, poco attenta alla propria immagine, anche se quando serve, nei cerimoniali per es., sfoggia abiti eleganti che è un bel vedere per gli occhi su quel corpo longilineo, ma nella vita di tutti i giorni veste sportiva e con scarpe senza tacchi. È determinata, la ragazza oplontina, al punto da dichiarare che gli «uomini non hanno la determinazione, l’aggressività, la capacità di sopportare il dolore e la fatica che abbiamo noi donne. Il futuro è nostro, anche qui».
Definita dal maestro Zurlo, un «Talento puro, campionessa senza eguali a livello giovanile di qualsiasi sport», la boxeur Testa fa il suo ingresso nel novero delle campionesse di un fenomeno come quello della boxe femminile che negli ultimi tempi si è ingigantito a macchia d’olio. Dai tempi di Laila Alì, figlia di Cassius Clay, che aveva aperto la strada, ne è passata acqua sotto i ponti. Irma Testa, chiamata «The Butterfly», la farfalla, per la sua leggiadria sul ring, prima di arrivare dove è arrivata, ha dovuto fare molti sacrifici per passare dai 51 kg dell’esordio agli attuali 60 kg: «Ho dovuto fare tanta palestra – ammette – all’inizio mi dicevano che non ce l’avrei fatta, ero troppo magra (…). Ai Giochi la differenza la farà chi avrà più voglia e chi darà tutto al momento giusto». È ambiziosa la ragazza! Determinata! Se guardiamo ai risultati ottenuti fino ad ora, come darle torto?