200 anni fa moriva Napoleone Bonaparte, un’anniversario della sua morte quello di quest’anno più che mai criticato. L’imperatore ottocentesco è oggetto della rivalutazione storica che forse non tiene conto del periodo storico nel quale Napoleone è vissuto due secoli fa.
Napoleone Bonaparte e l’anniversario della sua morte, 200 anni dopo
Arrivati al bicentenario dalla morte della personalità più influente dell’800 nella storia mondiale, Napoleone sta vivendo una ondata di critiche e rivalutazioni che poco “gli fanno onore”. Misoginia, maschilista, schiavista, guerrafondaio l’imperatore francese non sta “vivendo” un bel periodo. Come sarà festeggiato dalla “sua” Francia? Il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, terrà un discorso mercoledì 5 maggio sotto la cupola dell’Institut de France in occasione del bicentenario della morte dell’Imperatore nel suo esilio a Sant’Elena il 5 maggio 1821. Gli studenti delle scuole parteciperanno alla cerimonia, che proseguirà con una corona di fiori deposta ai piedi della tomba di Napoleone agli Invalides.
Insomma, non proprio commemorazione da ricordare sia per “colpa” della pandemia ma anche per le recenti critiche nel voler ricordare proprio Napoleone. Sono tempi diversi dal 2019 quando lo stesso Macron aveva rimproverato il suo “consigliere della memoria”, Bruno Roger-Petit, per non aver organizzato nulla per i 250 anni dalla nascita dell’Imperatore.
Cosa ha lasciato Napoleone alla Francia? Il codice napoleonico
Il “lascito” più importante dato dall’imperatore francese è sicuramente il Codice napoleonico. Parliamo del codice civile attualmente in vigore in Francia ed uno dei più celebri del mondo, influenzando tutti i codici successivi ed esercitando una notevole influenza in numerosi paesi al mondo.
La costituzione fu scritta da una commissione nominata dallo stesso Napoleone ad inizio ‘800 e venne emanata il 21 marzo 1804. Il grande merito di questa carta costituzionale è quello di essere il primo codice civile moderno essendo dotata di grande chiarezza e semplicità.
Obiettivo del Codice fu quello di custodire le importanti conquiste della rivoluzione tra cui: l’abolizione dei privilegi di clero e nobiltà, la laicità dello Stato, l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini, la libertà religiosa, la possibilità di ognuno di salire ai più alti gradi militari e civili.
Il sistema scolastico
Napoleone ideò ed esportò anche in Italia il “proprio” sistema scolastico che fu adottato per la prima volta in Francia nel 1792. Base fondamentale del sistema è che l’istruzione primaria doveva essere pubblica, obbligatoria e gratuita, aperta a ogni cittadino (donne comprese). Introdusse anche i licei statali, scuole impegnative e riservate ai giovani di buona famiglia o di eccezionale talento: i licei napoleonici erano, proprio come quelli di oggi, pubblici, finanziati dal denaro raccolto con le tasse e con gli investimenti del governo, e con i docenti dipendenti dello Stato.
Divisione tra Stato e Chiesa
Le leggi napoleoniche ribadivano che Stato e Chiesa dovevano rimanere separati, un’idea tuttora alla base dei moderni Stati di diritto, compreso il nostro.