Oggi il Consiglio ha imposto sanzioni a 8 persone, 3 entità economiche e all’Organizzazione dei veterani di guerra in relazione al colpo di Stato militare perpetrato in Myanmar/Birmania il 1° febbraio 2021 e alla conseguente repressione contro manifestanti pacifici.
Le persone nei confronti delle quali sono state imposte sanzioni includono ministri e viceministri, nonché la procuratrice generale, responsabili di avere compromesso la democrazia e lo Stato di diritto e commesso gravi violazioni dei diritti umani nel paese. Le quattro entità sono di proprietà dello Stato o controllate dalle forze armate del Myanmar (Tatmadaw), contribuendo direttamente o indirettamente alle entrate o alle attività dei militari.
Concentrandosi sui settori delle pietre preziose e del legname, tali misure mirano a limitare la capacità della giunta di trarre profitto dalle risorse naturali del Myanmar/Birmania, pur essendo concepite in modo da evitare danni indebiti alla popolazione del Myanmar/Birmania.
Le misure restrittive, applicate attualmente a un totale di 43 persone e sei entità, comprendono un congelamento dei beni e un divieto di mettere fondi a disposizione delle persone ed entità inserite nell’elenco. Inoltre, un divieto di viaggio applicabile alle persone inserite nell’elenco impedisce loro di entrare o transitare nel territorio dell’UE.
Restano d’applicazione anche le precedenti misure restrittive dell’UE che includono un embargo sulle armi e sulle attrezzature che possono essere utilizzate a fini di repressione interna, un divieto di esportazione di beni a duplice uso destinati ai militari e alla polizia di frontiera, restrizioni all’esportazione di attrezzature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere usate a fini di repressione interna nonché un divieto di addestramento militare destinato al Tatmadaw e di cooperazione militare con lo stesso.
Le misure restrittive si aggiungono alla sospensione dell’assistenza finanziaria dell’UE destinata direttamente al governo e al congelamento di tutti gli aiuti dell’UE che si ritenga possano legittimare la giunta.
L’UE rimane ferma sostenitrice della popolazione del Myanmar/Birmania e della transizione democratica del paese.
L’Unione europea continua a fornire assistenza umanitaria, conformemente ai principi di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza. Nel 2021 ha stanziato 20,5 milioni di EUR in aiuti umanitari per far fronte alle necessità immediate delle comunità sfollate e colpite dal conflitto nel paese. È pronta a cooperare a tale riguardo con il centro di coordinamento dell’ASEAN per l’assistenza umanitaria. L’UE mette in luce l’importanza per il Myanmar/Birmania di garantire che tutti i rifugiati, gli sfollati e le persone bisognose possano accedere agli aiuti umanitari in modo rapido, sicuro e senza restrizioni.
Gli atti giuridici del caso, compresi i nomi delle persone e delle entità interessate, sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale.