Andrà in scena per la prima volta al Teatro di San Carlo My Fair Lady, nell’adattamento della commedia di G.B. Shaw e del film di Gabriel Pascal Pygmalion. Il celebre musical fu anche portato sul grande schermo nel 1964 da George Cuckor co Audrey Hepburn e Rex Harrison.
A dirigere l’orchestra e il coro del San Carlo sarà Donato Renzetti mentre la regia è di Paul Curran e le scene di Gary Mc Cann e i costumi di Giusi Giustino. Le coreografie (corpo di ballo del teatro) sono di Kyle Lang, le luci di David Martin Jacques. Tra gli interpreti troviamo Nancy Sullivan (Eliza Doolittle), Robert Hands (Mr. Henry Higgins), Martyn Ellis (Alfred P. Doolittle), John Conroy (Colonnello Pickering).
La storia del cinico professor Higgins, che per scommessa riesce a trasformare in una signora dell’alta società l’incolta fioraia Eliza Doolittle, fu scritta nel 1956 da Alan Jay Lerner su musiche di Frederick Loewe. E fu subito un trionfo: il 15 marzo dello stesso anno My Fair Lady debutta a New York al Mark Hellinger Theatre dove sarà rappresentato per ben 2.700 volte e nel 1958, messo in scena a Londra, le repliche furono 2.281. Il successo si deve proprio alla solida struttura drammaturgica su cui poggia (Shaw per il suo Pigmalione si ispira a sua volta al raffinato racconto delle Metamorfosi di Ovidio), al gioco tra reale e onirico, alla varietà di personaggi e caratteri che affollano la scena, dal padre scansafatiche e alcolizzato della protagonista, alla madre-complice di Higgins, al sornione Colonnello Pickering, ai magnifici quadri di una società colorita e brulicante accanto all’aristocrazia inglese ingessata e pettegola.
My Fair Lady è uno dei musical più belli e conosciuti in assoluto – racconta il regista Paul Curran – per le sue scene spettacolari, per l’ironia, per la bellezza della vicenda che racconta. Ma è anche la storia di un ritratto e di un riscatto sociale; da una condizione di sacrificio, qui troviamo una donna che vuole emanciparsi, che vuole ritrovare una dignità esistenziale cui tutti hanno diritto. E questo mi sembra un aspetto di assoluta contemporaneità. Infatti nella mia regia non ho voluto stravolgere nulla rispetto all’originale, né tempo, né luogo, perché questa è una storia senza tempo, è una storia umana che si può ripetere all’infinito. Tutto made in London il cast: Abbiamo ricevuto circa 2400 richieste di audizioni – continua Curran – dalle quali abbiamo selezionato 300 artisti cui fare il provino. I cantanti sono anche ballerini e attori, tutti artisti straordinari che provengono prevalentemente dal Teatro Nazionale di Londra e della Royal Shakespeare Company.