E’ la preoccupazione di ogni famiglia che ha comprato casa, ma una ricerca della banca inglese First Direct rileva che 9 potenziali mutuatari su 10 non hanno ben chiara la differenza fra i vari tipi di mutuo esistenti
Il mutuo manda in confusione. Non stiamo parlando di chi si è indebitato accendendo un mutuo casa e si trova insolvente, ma di chi deve ancora sottoscriverlo. Secondo una ricerca di First Direct, la banca inglese che gestisce servizi al dettaglio online e tramite phone banking, ben 9 su 10 potenziali mutuatari (il 92% per l’esattezza) non capiscono bene le differenze esistenti tra i vari tipi di mutuo. Questo può voler dire che al momento di prendere una decisione la maggior parte di coloro che richiedono un mutuo lo fa senza cognizione di causa o, per lo meno, senza sapere quale sia più adatto alle proprie esigenze. L’indagine è stata condotta dalla banca inglese a fine agosto 2010 su 2003 consumatori adulti e tra coloro che hanno pianificato di richiedere un mutuo nei prossimi 12 mesi. Solo l’8% degli intervistati ha dichiarato di capire pienamente le differenze tra le varie tipologie, mentre l’11% sostiene di non averne capito nulla. Ma il dato più singolare resta quello relativo a coloro che hanno comprato almeno un mutuo nella loro vita: il 26%, uno su quattro, non capisce completamente le varie differenze. Questi dati, che sono stati rilevati sul territorio inglese, potrebbero però non risultare così insoliti anche per il resto d’Europa segnalando un trend preoccupante. La principale differenza che deve essere chiarita è quella tra mutuo a tasso fisso e mutuo a tasso variabile. Il tasso fisso offre il vantaggio di sapere esattamente quale sarà l’importo della rata mensile per il pagamento del mutuo, è il metodo più sicuro ed è consigliato a coloro che preferiscono tenere sotto controllo le spese o non hanno una grande disponibilità economica. Chi invece è disposto a un margine di rischio maggiore può sottoscrivere un mutuo a tasso variabile, che non ha un importo mensile prefissato, è attualmente più conveniente di quello fisso ma è suscettibile di repentini cambiamenti, anche piuttosto consistenti (a meno che non si sottoscriva un mutuo a tasso variabile con un tetto massimo predefinito, il cosiddetto Cap). I risultati della ricerca fanno luce anche su una possibile mancanza di chiarezza nei fogli informativi degli istituti bancari, talvolta troppo ostici per un utente non abituato a una terminologia tecnica finanziaria. È auspicabile perciò che una Direttiva dell’UE, come è avvenuto per il credito a consumo, migliori anche questo tipo di servizio per evitare che i mutuatari si trovino a sottoscrivere dei contratti senza comprenderne realmente le clausole. Cominciare a informarsi sull’argomento non è impossibile. Un modo semplice e gratuito è quello di affidarsi al sito Supermoney, che oltre a spiegare in maniera chiara le varie caratteristiche dei mutui attraverso guide sintetiche permette un confronto delle diverse offerte presenti sul mercato tramite il comparatore dei prezzi.