Sabato primo maggio, a Bologna, si è svolto un evento in ricordo di Mussolini. “La Rete dei Patrioti”, che riunisce diversi gruppi di estrema destra tra cui Casa Pound, aveva richiamato in piazza i suoi militanti per ricordare il Duce. Parallelamente, in altre strade del capoluogo emiliano, si è svolta una contromanifestazione organizzata dall’Anpi. I due cortei, tenuti distanti da un cordone di polizia, hanno sfilato senza creare problemi di ordine pubblico e la giornata si sarebbe chiusa come tante altre che si sono svolte negli ultimi anni se non fosse stato per un imbarazzante episodio. Un servizio sulla manifestazione realizzato dal tg regionale della terza rete rai.
Il servizio del tg 3 Emilia Romagna
Nell’edizione del Tg 3 Emilia Romagna del 1° maggio ore 19.30, uno dei servizi mandati in onda ha riguardato appunto la notizia della manifestazione organizzata da ambienti di estrema destra. In un passaggio si sente il cronista dire: “La musica che usciva dal primo piano di un condominio era senza dubbio una provocazione ma sono stati bravi i dirigenti del movimento nazionale della rete dei patrioti di estrema destra a proseguire tranquilli”. Dove per musica che usciva dal primo piano si intendeva la canzone “Bella Ciao”. Così, se durante la manifestazione, nella città non si sono verificati scontri né episodi di violenza, dopo la messa in onda del servizio si è generata una vera onda di proteste.
Le scuse della Rai
La prima a risentirsi è stata la presidente dell’Anpi di Bologna Anna Cocchi: “Una provocazione Bella Ciao? Ma scherziamo?” Inquadrare la canzone Bella Ciao, ha continuato la Cocchi, come una provocazione e lodare i manifestanti riunitisi per ricordare il Duce vuol dire fare “un affronto alla Repubblica e uno sfregio al servizio pubblico televisivo“. Una vicenda simile era accaduta circa due anni fa sempre con il Tg 3 Emilia Romagna per un servizio su un raduno fascista svoltosi a Predappio. Immagini, corredate di interviste e testimonianze, mostrate senza alcuna distanza. In quell’occasione scattò un’inchiesta interna, stavolta la Rai si è pubblicamente scusata per il grave episodio e ha preso le distanze “dai contenuti del servizio stesso, che non corrispondono alla storia e ai principi che hanno sempre guidato il lavoro dei giornalisti del servizio pubblico“.
L’evento di Bologna in ricordo di Mussolini
Non possiamo parlare di provocazione, ovviamente, ma piuttosto di scontro accompagnato dalle note di “Bella Ciao” per il raduno di Dongo del 2 maggio. Il paesino comasco rappresenta un’attrazione notevole per i nostalgici. E’ il luogo dove si fermò la fuga di Benito Mussolini dopo che l’Italia era stata quasi del tutto liberata dalle forze alleate. La sua meta era la Svizzera dove avrebbe tentato una trattativa per la sua resa. Il suo viaggio si interruppe il 27 aprile 1943 quando una brigata di partigiani lo riconobbe nonostante fosse vestito con la divisa di un ufficiale tedesco. Privato delle sue armi, fu arrestato insieme ad altri gerarchi fascisti. In seguito fu trasferito, insieme a Clara Petacci, nel vicino paesino Giulino di Mezzegra dove fu ucciso il giorno dopo. Tutti gli altri che erano con lui, invece, furono uccisi nella stessa Dongo. Dopo settantotto anni Dongo è ancora il luogo in cui fascisti e antifascisti si scontrano anche senza imbracciare i fucili.