Musica e pasticceria. Binomio inconsueto, penserete. Eppure, le connessioni tra queste due arti sono molteplici.
In primis, il rapporto tra musica e cibo è legato alla storia dell’uomo: da sempre venivano composte musiche per accompagnare i banchetti dei ceti elevati, con l’intento di intrattenere gli invitati e allietare il convivio (si pensi alle Sinfonie di G.P.Telemann). Se poi guardiamo al valore magico e propiziatorio che nelle comunità antiche veniva riconosciuto sia alla musica che al cibo ci rendiamo conto di quanto le distanze tra questi due mondi si accorcino, acquisendo la stessa finalità.
Importantissima è, poi, la connessione sensoriale: musica e cibo, infatti, rispondono a stimolazioni sensoriali che fanno capo alla stessa “sala comandi”, che è il cervello. Quante volte mangiando una fetta di torta o un bel bigné dal cuore cremoso ci sentiamo improvvisamente felici ed eccitati? La stessa cosa che accade quando ascoltiamo una musica che ci piace ed emoziona particolarmente.
La connessione sensoriale tra musica e cibo, tra l’altro, viene ampiamente utilizzata nella cucina futurista, che impiega la musica, così come i colori e i profumi, come parte attiva dell’esperienza gustativa.
Inoltre, le dinamiche musicali sono di fondamentale importanza per la comprensione “tecnica” della cucina: avete mai sentito le vostre nonne parlare del “suono” del ragù? “Deve borbottare con un suono cupo e goffo come un fagotto”, e la sfoglia dello strudel che quando si taglia deve suonare come le setole dei pennelli sul tamburo?!? Si potrebbero fare infiniti esempi per infinite preparazioni e potremmo trovare tantissime altre connessioni, se solo pensiamo a quanto il cibo è stato ed è decantato in musica, dalle composizioni classiche (La cantata del caffè di Bach, per citarne una) a quelle di musica leggera dei giorni nostri (Gelato al cioccolato di Pupo, W la pappa al pomodoro cantata da Rita Pavone).
Questa rubrica nasce, dunque, dall’intento di sottolineare tali connessioni, condividendo con voi ricette di pasticceria di tutto il mondo, accompagnate da aneddoti, curiosità e incursioni musicali.
Natale, una festa tra musica e dolciumi.
La neve che fiocca e imbianca il paesaggio che fa capolino dalle finestre, il fuoco del camino che scoppietta e regala un tepore che sa di ricordi e di famiglia, le canzoni di Natale canticchiate mentre si cucina, i giocattoli impacchettati sotto l’albero dalle mille luci colorate e il profumo di dolci che invade la casa.
A quanti di voi è familiare questo quadretto? Sembra la scena di un film natalizio, oppure l’ambientazione di una favola di Natale per bambini.
A me, ad esempio, viene in mente lo Schiaccianoci. Non la favola, non il film in 3D di Andrej Koncalovskij, ma il balletto musicato da Ciaikovskij. Ce l’avete presente? Quello che non manca mai nel cartellone natalizio dei Teatri lirici più importanti del mondo e che è tradizione andare a vedere con tutta la famiglia proprio durante le feste, di solito il giorno di Santo Stefano.
E se pure non ce l’avete presente sicuramente molti di voi avranno ascoltato almeno una volta alcuni brani tratti da questo balletto, dato che sono molte le melodie famosissime utilizzate dalla televisione e dai film (chi non ricorda la scena del Film Disney “Fantasia”, in cui fate, funghi, pesci, fiori e orchidee danzano sulle note dello Schiaccianoci?!?).
Fiocchi di neve, albero scintillante, la fata confetto e il castello magico sulla montagna di dolciumi: fra marcette, valzer, galop e divertissement dedicati a bevande e dolci (La cioccolata – Danza spagnola, Il caffè – Danza araba, Il Tè – Danza cinese) si apre questa favola natalizia musicata e rivissuta con gli occhi dell’infanzia.
Una favola da raccontare e da far ascoltare ai propri bambini, magari nel tepore della propria casa mentre si preparano dolciumi e biscotti da regalare a parenti e amici.
Perché è usanza, non solo in Italia ma in tutto il mondo e in tutte le tradizioni, preparare del cibo da regalare per le festività, specialmente dolci tipici e speziati.
Tra i dolci più realizzati e regalati in assoluto ci sono i gingerbread cookies, ovvero i biscotti di pan di zenzero.
Il pan di zenzero, infatti, è il dolce natalizio per antonomasia, sia perché i suoi profumi speziati (cannella, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano) si riconoscono nelle tradizioni culinarie di più Paesi, sia perché essendo una ricetta di facile preparazione è una delle più realizzate in casa, anche con l’aiuto dei bambini.
Le origini di questa preparazione è molto antica e risale al 992 d.C., quando i monaci armeni esportarono la ricetta dall’Armenia all’Europa, e nei secoli successivi fu diffusa in Francia, Germania, Svezia, Gran Bretagna e America del Nord, acquistando nomi diversi (il francese pain d’épice, il tedesco Lebkuchen e lo svedese Pepparkakor) in base al diverso bilanciamento delle spezie utilizzate.
Nel 1500 in Nord Europa la sua preparazione era riservata ai membri appartenenti ad una corporazione, ma in occasione delle festività natalizie si permetteva la sua preparazione a chiunque, così nelle case e nei forni cittadini si approfittava dell’occasione. Da allora il pan di zenzero venne ufficialmente associato alle festività natalizie.
Nel 1793 la cittadina inglese di Shropshire divenne un punto di riferimento nella produzione del pan di zenzero, anche perché scelse il famoso gingerbread man come simbolo della città.
La caratteristica forma ad omino ebbe origine dall’usanza di rappresentare satiricamente personaggi famosi e uomini politici dell’epoca, ma è solo nel XX secolo che divenne davvero diffusissima, grazie ad un libro per bambini pubblicato negli Stati Uniti – The Gingerbread boy – il cui protagonista è appunto il nostro omino biscottino, che scappa da persone e animali per non essere mangiato.
La storia narrata nel libro pare riprendere molti racconti popolari tramandati oralmente aventi come protagonisti dei dolci dalla forma umana.
Infine, l’omino di pan di zenzero ha raggiunto la sua massima popolarità col nome “Zenzy” grazie al film d’animazione Shrek.
La ricetta:
370 g di farina 00
150 g di miele o melassa
150 g di zucchero di canna fino (in alternativa zucchero normale)
150 g di burro bavarese morbido
1 uovo grande
2 cucchiaini rasi di cannella in polvere
1 cucchiaino raso di zenzero in polvere
1/2 cucchiaino raso di noce moscata in polvere
1/2 cucchiaino raso di chiodi di garofano in polvere
la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio
3 gr di sale
In una terrina setacciate la farina, il cacao, il sale, il bicarbonato e le spezie.A parte lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero finché diventa cremoso (possibilmente con le fruste elettriche), aggiungete quindi l’uovo, amalgamatelo bene e poi aggiungete il miele (o la melassa).
Infine incorporate la farina e lavorate fino a creare una palla di impasto morbida, ma consistente.
Avvolgete nella pellicola trasparente l’impasto e lasciatelo riposare per una notte prima di utilizzarlo.
Stendete il pan di zenzero su una superficie leggermente infarinata ottenendo uno spessore di circa mezzo centimetro, procedete tagliando i biscotti con i cutter natalizi, poggiateli su una teglia ricoperta di carta da forno e infornate a 180° per circa 12 minuti.
Il pan di zenzero si può consumare in purezza oppure decorato con glassa reale.
Per la glassa:
35 gr di albume a temperatura ambiente
150 gr di zucchero a velo vanigliato
2-3 gocce di limone
Con un frullino elettrico cominciato a montare l’albume a bassa velocità, appena schiuma aggiungete lo zucchero a velo poco per volta e continuate a montare. Appena raggiunta la consistenza del dentifricio aggiungete le gocce di limone per dare brillantezza.
I biscotti si conservano in una scatola di latta per circa 20 giorni.