L’evento esalta i valori della Cristianità in rapporto alle altre confessioni, esaltando la straordinaria coincidenza dell’anno giubilare – indetto dal Papa che si aprirà il prossimo 8 dicembre – con l’anno sabbatico ebraico già in essere nel 2015.
Un itinerario insolito, un pretesto storico e ambientale, un’urgenza espressiva lontana da ogni equivoco di sincretismo religioso, ma protesa verso la ricerca di una possibile unità trascendente della musica nelle religioni, attraverso la solennità della musica cristiana, filtrata dalle svariate sensibilità, l’elevazione del canto ebraico unitamente al viaggio nell’universo musicale mediterraneo con incursioni in altre aree del Mediterraneo, con poeti arabi e anonimi cantatori, la musica della Riforma Luterana, la profonda meditazione del Sitar con i ragas indiani di tradizione Vedica e Induista, esplorando terre di confine, nel tempo e nello spazio, dall’antichità al presente. Il timbro arcaico delle millenarie tradizioni vocali trasmesse oralmente tra il Medioriente e l’Oriente – culle del mondo – dialoga con quello accogliente dell’oud turco attraverso le parole del Shir haShirim, il Cantico dei Cantici ed introduce l’ascoltatore all’introspezione attraverso la poesia di canti ebraici, canti sufi, canti turchi, canti indiani e armeni, conducendo alla conoscenza della propria voce per comprendere e condividere quel sentimento che diventa un denominatore comune del sacro e del profano, di ogni religione e di ogni identità: l’Amore per il Divino che si esprime attraverso l’Amore divino per la Natura e l’Essere Umano, nelle loro diversità.
A ciò si aggiungono le suggestioni di musicisti profondamente identificati con quel sentimento di Religio, atto a favorire una spontanea aggregazione di comunità religiose diverse attraverso la quale poter simbolicamente incrementare un processo di integrazione e di solidarietà, foriero nel tempo di pace e coesione sociale. L’intento è quello di lasciare interagire liberamente musiche attraversate da una spiritualità intensa e coinvolgente, sia sul piano musicologico sia soprattutto su quello delle provenienze religiose e dell’evoluzione dei loro rapporti in costante divenire.
Tutto questo in occasione del Natale, momento essenziale della Cristianità, nel felice periodo dell’Avvento, una sorta di omaggio di altre confessioni e tradizioni religiose per la discesa del Cristo, come nello spirito dell’incontro ecumenico di Assisi del 1985 e in linea con lo spirito polito di Napoli città di pace, città che accoglie.