La sua cupola e i suoi minareti disegnano uno degli skyline tra i più suggestivi al mondo. Santa Sofia è il simbolo di una città, Istanbul, a cavallo tra Oriente e Occidente, tra Cristianesimo e Islam. La sua struttura imponente, che domina sullo stretto del Bosforo, rivela i segni delle dominazioni che si sono alternate e oggi la sua storia tormentata continua. Santa Sofia torna a essere una moschea, la conversione del celebre museo è stata annunciata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Un angolo di paradiso dalla storia d’inferno
Santa Sofia fu realizzata per volere di Giustiniano I che ne volle fare il simbolo dell’ortodossia cristiana. L’imperatore volle i materiali più preziosi che giunsero da tutto il regno: le colonne da Efeso, il porfido dall’Egitto, il marmo verde dalla Tessaglia mentre le tipiche icone in stile bizantino andarono a impreziosire diversi angoli della cattedrale. Dalle cronache dell’epoca era definita la rappresentazione del Paradiso sulla Terra. Eppure la sua storia ha conosciuto pagine davvero difficili.
Inaugurata il 27 dicembre del 537 divenne la sede del Patriarca di Costantinopoli e il teatro delle incoronazioni e di tutte le cerimonie più importanti. E’ sopravvissuta a incendi e terremoti che hanno costretto a intervenire più volte sulla grande cupola; è rimasta vittima dell’iconoclastia bizantina dopo l’editto di Leone Iasurico; i soldati della Quarta Crociata la saccheggiarono e, durante l’Impero latino di Costantinopoli, divenne una Cattedrale cattolica. Quando nel 1453 il sultano Maometto II conquistò Costantinopoli distrusse molti edifici della città ma di fronte alla bellezza di Santa Sofia si fermò e volle che venisse trasformata in moschea.
Mustafa Kemal Ataturk
Nel Novecento la Turchia ha conosciuto una stagione molto felice grazie a Mustafa Kemal Ataturk. Il primo presidente della Turchia mise in atto una serie di riforme in chiave europeista come l’abolizione del califfato, dell’uso del velo islamico per le donne nei locali pubblici e del fez per gli uomini, il riconoscimento della parità dei sessi, l’adozione dell’alfabeto latino, del calendario gregoriano. Ataturk compì un altro passo molto importante: laicizzare il Paese. Pur mantenendo l’Islam come religione di Stato, promulgò un nuovo sistema giuridico che superava la legge islamica. Con lui, Santa Sofia divenne un museo.
La conversione del Museo di Santa Sofia in Moschea
Nel 2020 Santa Sofia torna a essere una moschea. Il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la decisione di Ataturk di adibire Santa Sofia a Museo e il presidente Erdogan ha firmato il decreto che ne cambia la destinazione d’uso. La decisione di Erdogan su Santa Sofia che ha già attirato diverse critiche, al pari di quella che prese nel 1934 Ataturk, è decisamente un atto politico più che religioso. Alcuni osservatori commentano che sia una mossa per distrarre le masse ora che il consenso per la sua persona sta calando, altri ancora che sia un segnale ben preciso che riporta il Paese nei suoi vecchi binari nazionalisti. Un nuovo segnale di rottura con il passato e in aperto contrasto con i valori della comunità europea della quale, almeno per il momento, fa ancora parte.
Foto di Muhammad Habibullah Iskandar da Pixabay