(Adnkronos) – Alessandro Profumo e Fabrizio Viola assolti, per non aver commesso il fatto. La giustizia fa il suo corso, lento, anche quando si occupa di Mps. E se è sempre vero che le sentenze non si commentano ma si rispettano, c’è ancora una volta un dato che emerge: il capovolgimento nei diversi gradi di giudizio, che è una garanzia per gli imputati, dovrebbe indurre anche la stampa a occuparsi delle vicende giudiziarie con maggiore cautela. Sempre e a maggior ragione quando sono intrecciate con complesse operazioni finanziarie.
Questo non perché le presunte responsabilità vadano taciute ma, al contrario, perché sia possibile essere credibili quando si deve denunciare il malaffare o la mala gestione, con o senza implicazioni penali. E’ soprattutto una questione di corrette proporzioni. La notizia di una assoluzione deve diventare almeno evidente come quella di una condanna. Per limitare il danno che gli anni da condannato in primo grado comportano comunque per la reputazione, e le carriere, di chi li deve attraversare. E anche per ridare peso e consistenza alle cronache finanziarie, sempre più spesso annacquate nelle pieghe della cronaca giudiziaria, che inevitabilmente prevale e fagocita.
Non è necessario fare una inflazionata professione di garantismo per sostenere che c’è un problema culturale, spesso strettamente legato alla pigrizia e alla superficialità di chi scrive e commenta. Attendere il giudizio definitivo per bollare come ladro chi ruba può offrire una prospettiva diversa a chi racconta le vicende della finanza. Può aiutare soprattutto a non buttare nel calderone dei ladri chi ruba veramente e chi è solo sospettato di farlo.
E’ una questione che va ovviamente oltre la storia personale, finanziaria e processuale di due banchieri come Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. Nessuno può avere la soluzione in tasca per arrivare a una formula esatta che tenga insieme il diritto di cronaca e quello di difendersi nel processo. E’ possibile però provare a tirare una linea, per evitare che sia impossibile difendersi dal processo. Serve per farlo un’informazione più corretta e più attenta a pesare gli effetti di quello che produce. Iniziando a rendere un’assoluzione una notizia almeno pesante quanto una condanna in primo grado. (Di Fabio Insenga)
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