I movimenti ambientalisti scendono nuovamente in piazza. Oggi, 6 ottobre, infatti, tornano i Friday For Future. Il movimento per il clima Friday For Future (FFF), nato dall’attivista svedese Greta Thumberg, torna con i suoi rituali scioperi per sensibilizzare le istituzioni di tutto il mondo sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici. Il focus di questo nuovo appuntamento in Italia sarà la protesta contro il piano Mattei. La resistenza climatica, così come la definiscono i portavoce di FFF, è solo una delle modalità di protesta che l’ampio fronte per il clima porta avanti.
Friday For Future
“L’Italia è a un nuovo capitolo della storia climatica” si apre con queste parole il comunicato di FFF di invito allo sciopero di oggi, 6 ottobre. Con le ondate di calore, gli alberi sradicati dal vento e chicchi di grandine grandi quanto palle da tennis, il nostro Paese sta attraversando il capitolo della devastazione. Un capitolo che rende l’azione collettiva indispensabile.
L’aumento delle temperature, alla base dei cambiamenti climatici, sono causate in primis dai combustibili fossili che rappresentano ancora un investimento importante per l’Italia. A dimostrarlo è il piano Mattei che lega ancora di più il nostro Paese al fossile. Questa politica non ci permetterà, si legge ancora nel comunicato, di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione europea che vogliono l’abbattimento delle emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e la decarbonizzazione totale del settore elettrico entro il 2035.
Sono necessarie, dunque, politiche di mitigazione alle quali vanno abbinate azioni concrete per preservare gli equilibri e le risorse del pianeta, acqua in primis. Il movimento suggerisce, poi alcune di queste azioni, come il ripristino degli alvei naturali dei fiumi, la riduzione dei consumi, la tutela del territorio e il ripristino dei fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico.
Movimenti ambientalisti: protestare manifestando…
Tutte le associazioni, i movimenti e i sindacati sono invitati a partecipare ai cortei che si svolgeranno nelle diverse piazze d’Italia. L’elenco completo è disponibile a questo link. Manifestare pacificamente è la strategia scelta da FFF così come da tante associazioni ambientaliste. Dal 2015, quando un gruppo di studenti invitò gli alunni di tutto il mondo a scioperare per far sentire la loro voce ai politici in materia ambientale, i movimenti attivi in campo climatico sono aumentati. Tale ricchezza è emersa nel corso degli “Stati Generali del Clima”, che hanno avuto luogo dal 1° al 3 settembre scorsi. Un appuntamento importante per fare il punto della situazione e cercare di creare una rete per operare in maniera più incisiva.
… o lasciando un segno?
Di questo vasto panorama fanno parte anche realtà per preferiscono, però, attuare strategie molto più forti. Parliamo di realtà, come Ultima generazione per citarne una, che scelgono di attirare l’attenzione del vasto pubblico sui temi ambientali con gesti eclatanti. Gesti di dubbia utilità come imbrattare monumenti pubblici. Ricordiamo tutti, gli spruzzi di vernice su Palazzo Vecchio a Firenze, la salsa di pomodoro gettata sul quadro “I girasoli” di van Gogh alla National Gallery di Londra, le acque della Fontana di Trevi a Roma tinte di nero.
Mettendo da parte la modalità da loro scelta per protestare, che suscitano non pochi dubbi, c’è da registrare un dato importante. Dopo anni di attivismo sociale e il susseguirsi di stagioni sempre più anomale, sentiamo ancora parlare di allarmisti climatici mentre le politiche sulla transizione ecologica languono.