Voltati, guarda cos’è rimasto della tua terra, anche gli amici che sono con te si voltino. Accarezza quei luoghi che non hai ancora rovinato; quelle curve, che non hai creato tu, con e tue mani. Appoggia la tua fronte, chiudi gli occhi e stai in silenzio. E se trovi ancora qualcosa di bello in questo posto caldo, non lo rovinare, non lo rovinare. Dico a te, non lo rovinare! Non distruggere, non rubare, non uccidere, non uccidere, non uccidere…
Prenditi cura della vita, e della terra – il luogo dove la vita vive. E ama!”
Jurij Rost
Sarà la mostra del leggendario giornalista e fotografo russo Jurij Rost che inaugurerà sabato 4 maggio l’inizio di Imago Russia. Il Festival della cultura russa a Padova. Questo stralcio del suo pensiero, è il suo occhio sul mondo. Un mondo che Rost guarda con la sua lente di ingrandimento e a cui parla attraverso le sue foto, i suoi scritti e le sue produzioni. Sì, perché Jurij Rost, classe 1939 (ha 80 anni!) oltre ad essere un eccezionale fotografo, è anche un grande scrittore, un fantastico giornalista e un grande produttore televisivo. Con la sua lente di ingrandimento sul mondo, Jurij Rost insegue sempre l’uomo nel suo ambiente naturale, perché è lui il protagonista delle sue attenzioni. Rost, in quanto giornalista, si è sempre occupato con grande trasporto delle questioni politiche e sociali, pertanto le sue fotografie, corredate da un testo, raccontano ciò che le immagini vedono, descrivendo anche il contesto sociale della persona fotografata. La mostra, per la prima volta in Italia, ospita, al Teatro Verdi di Padova, 20 fotografie in bianco e nero, in cui l’uomo è il protagonista assoluto: uomini semplici, uomini potenti, ma pur sempre uomini. Trattati tutti allo stesso modo, con lo stesso rispetto e la stessa attenzione. Le fotografie ritraggono uomini e donne nel periodo tra il 1946 e il 1997: contadini, vagabondi, capi di stato e scienziati Premio Nobel.
Il titolo della mostra (“И лЮби!”) Yu di Jurij Rost significa “E ama!” ed è tratto da un suo scritto. Inoltre, la lettera russa YU si collega al noto poema “Mosca – Petuski” di Venedict Erofeev che fa di questa lettera il simbolo del Bene, dell’Amore e del Sacro.
Jurij Rost, amico di Anna Polytkovskaja, ha raccontato con coraggio e determinazione la Russia sovietica e postsovietica, e da molti è considerato un simbolo della stampa dissidente degli anni ’70 e ’80. Jurij Rost è autore e conduttore di diversi programmi televisivi e, come giornalista, ha lavorato per la “Leteraturnaja Gazeta” e per il quotidiano “Komsomol’ckaja Pravda”. Questo enorme bagaglio culturale fa dei suoi scritti e delle sue fotografie una finestra sul mondo dell’uomo, un uomo che è spessissimo vittima, carnefice e spettatore inerme, ma che è ancora in grado di amare e di meravigliarsi difronte a quel mondo che lo accoglie.
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