Un bollettino di guerra quotidiano. In Italia, le morti bianche continuano a mietere vittime con una frequenza agghiacciante. Nel 2023, l’Osservatorio di Bologna sui morti del lavoro ha registrato 1.467 decessi, quasi un terzo dei quali avvenuti nel tragitto casa-lavoro. Un dato inaccettabile, che evidenzia una strage silenziosa che non accenna a fermarsi.
Dietro ogni numero, una storia. Non sono solo fredde statistiche, ma vite umane spezzate, famiglie distrutte, sogni infranti. Mancanza di sicurezza, formazione inadeguata, pressioni sul lavoro, orari massacranti. Sono le cause principali di questa ecatombe.
Le aziende troppo spesso mettono a rischio la vita dei propri dipendenti per aumentare i profitti, ignorando le norme di sicurezza e sottovalutando i rischi. La corsa al profitto spinge molte aziende a tagliare costi e a trascurare la sicurezza dei dipendenti. In alcuni casi, i lavoratori stessi sono costretti a operare in condizioni pericolose per paura di perdere il lavoro o per mancanza di alternative occupazionali.
Le morti bianche non sono solo tragedie individuali, ma riflettono anche un fallimento sistemico e sociale.
Denotano la mancanza di controlli efficaci da parte delle autorità competenti e una scarsa cultura della sicurezza sul lavoro. Inoltre, mettono in evidenza disuguaglianze socioeconomiche, in cui i lavoratori più vulnerabili sono spesso i più esposti a rischi e pericoli sul posto di lavoro.
Serve una mobilitazione generale. Sindacati, associazioni, cittadini devono unirsi per chiedere a gran voce un cambiamento. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica su questa drammatica realtà e fare pressione sulle istituzioni affinché adottino misure concrete.
È importante garantire che i lavoratori abbiano accesso a condizioni di lavoro dignitose e sicure e che abbiano il diritto di rifiutare di lavorare in situazioni pericolose senza subire ritorsioni. La tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dovrebbe essere una priorità assoluta in ogni settore e in ogni contesto lavorativo.
È, altresì, fondamentale punire severamente coloro che mettono a rischio la vita dei lavoratori per negligenza o per perseguire interessi economici. Le sanzioni dovrebbero essere dissuasive e accompagnate da un effettivo risarcimento per le vittime e le loro famiglie, così da garantire giustizia e responsabilità per le morti bianche evitabili.
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