Il 2021 sembra essere proprio un anno nero per il lavoro nel nostro Paese. Non solo per le difficoltà legate alla pandemia, allo sblocco dei licenziamenti, ma anche per gli infortuni sul lavoro. Le cronache, ma soprattutto i dati ufficiali, ci parlano di un preoccupante aumento, nel 2021 in Italia, delle morti bianche.
Da Nord a Sud
Gli ultimi due indicenti mortali sul lavoro sono avvenuti a Napoli e a Castel Fiorentino, in provincia di Arezzo. Nel capoluogo partenopeo, un operaio impegnato nei lavori della metropolitana Linea 1, è caduto nel fossato della banchina dei treni nel tratto in costruzione tra Capodichino e il Centro Direzionale. Nel comune toscano, invece, l’incidente si è consumato in un’azienda agricola dove un uomo è morto dopo esser caduto da un albero e aver fatto un volo di sei metri. Ricordiamo ancora l’incidente avvenuto a maggio nel pratese: Luana D’Orazio, una giovane operaia (22 anni), è stata risucchiata in un macchinario dell’industria tessile nella quale lavorava. L’estate non è stata da meno: a giugno è morto un operaio in un cantiere di Ostia, un altro di Pomezia e un terzo a Potenza, mentre ad agosto un camionista è rimasto schiacciato dal proprio tir. Questi, purtroppo, sono solo alcuni esempi, quelli che hanno avuto una certa risonanza mediatica.
Le morti bianche in Italia nel 2021
I dati ufficiali diffusi dall’Inail, sui morti sul lavoro, hanno numeri ben più alti. Nei primi sette mesi del 2021, le denunce di infortunio con esito mortale sono state 677. Un dato che corrisponde a un 5,4% in meno rispetto all’anno precedente quando si erano registrati 716 casi. Di questi, 134 sono infortuni in itinere, infortuni, cioè, verificatesi lungo il tragitto di andata o ritorno verso o dal lavoro (lo scorso anno erano stati 113). Le morti sul luogo di lavoro, invece, sono state 543 (contro le 630 dello scorso anno). Il trend discendente si evince nell’industria e nei servizi. L’agricoltura, invece, mostra un trend di incidenti sul lavoro mortali in aumento (76 denunce contro le 55 dello scorso anno) così come il pubblico impiego (36 denunce contro le 31 del 2020).
Gli infortuni sul lavoro nel 2021
In totale le denunce di infortunio presentate all’Inail da gennaio a luglio 2021 sono 312.762, contro le 288.873 dello scorso anno. Gli aumenti maggiori si sono avuti, come è facile immaginare con la fine dello smart working, negli infortuni in itinere (+18,9%) mentre quelli verificatisi sul luogo di lavoro sono aumentati del 6,9%. Aumentano anche le denunce di malattia professionale. Nel 2021 ne sono state protocollate 33.865, il 34,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2020, che ne aveva registrate 8.660. Anche in questo caso l’aumento delle denunce è comprensibile dopo la contrazione data dallo scorso anno che, con le varie chiusure, ha ridotto l’esposizione dei lavoratori alle malattie. Le denunce riguardano un po’ tutte le regioni d’Italia e tutti i settori lavorativi: industria, servizi, Stato e agricoltura. Le malattie più denunciate sono le patologie a carico del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio, seguite da quelle a carico del sistema respiratorio e dai tumori.
In copertina Foto di LEEROY Agency da Pixabay