L’11 giugno cade l’anniversario della morte di Enrico Berlinguer. Politico di elevata statura, promotore di un comunismo indipendente da quello di matrice russa, che progettò insieme ad Aldo Moro il compromesso storico e pose alla politica lo spinoso tema della questione morale, fu molto amato e apprezzato, anche dai suoi avversari politici, tanto che il giorno del suo funerale a Roma, la sua bara fu circondata da una folla oceanica.
L’anniversario della morte di Enrico Berlinguer
Il 7 giugno 1984, Enrico Berlinguer si trovava su un palco di Piazza dei Frutti a Padova per un comizio elettorale; di lì a breve si sarebbero svolte le elezioni europee. Durante il discorso, il leader comunista fu colto da un malore ma ciò nonostante proseguì il suo discorso fino alla fine. Rientrato in albergo andò in camera riposarsi ma entrò in coma. Fu quindi ricoverato all’ospedale Giustinianeo dove morì quattro giorni dopo. La sua salma rientrò a Roma a bordo dell’aereo presidenziale insieme a Sandro Pertini e al suo funerale partecipò più di un milione di persone.
La parabola del Comunismo
L’ideologia politica comunista nasce, tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, tra le pieghe delle ingiustizie e delle disuguaglianze create dal regime monarchico e dalla rivoluzione industriale. Agli inizi del Novecento conquista il potere in paesi come la Russia, la Cina, la ex Yugoslavia, Cuba. Equità sociale e abolizione della proprietà privata sono tra i pilastri sui quali si reggono questi governi o, forse, dovremmo dire regimi, visto che non riescono a sottrarsi alla deriva imperialista e dittatoriale. Il tratto distintivo del comunismo, in realtà, è stato un altro: la capacità di adeguare le sue istanze alla storia e alle esigenze dei diversi Paesi nei quali si è inserito; di abbracciare i cambiamenti che il tempo inevitabilmente porta con sé. Questa particolarità, paradossalmente, contribuirà alla chiusura della parabola comunista. L’eredità leninista, forse male interpretata, e stalinista, messa a confronto con l’Occidente in pieno splendore economico, faranno il resto.
“Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.”
Enrico Berlinguer
Il comunismo “moderno”
Chi era Enrico Berlinguer? Un uomo molto amato e rispettato per le sue indiscusse qualità personali, un leader politico fondamentale per il comunismo italiano. Il suo progetto politico, che ha accompagnato l’Italia dal boom economico agli anni di piombo, era intento a costruire un comunismo italiano che, prese le distanze dall’Unione Sovietica, recuperasse la sua identità ripartendo dall’esperienza della Resistenza. Fu questa visione che lo portò, insieme al leader della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, a concepire il compromesso storico. Un progetto di inclusione, per dirla in termini moderni, per la costruzione di uno stato laico e democratico sostenuto da forze popolari d’ispirazione comunista e cattolica. Un progetto che, come sappiamo, non ha mai visto la luce a causa della prematura morte di Moro per mano delle Brigate Rosse. Dopo quell’esperienza, Berlinguer portò avanti da solo la battaglia per quelle riforme che lui credeva necessarie a un Paese democratico. Con lui il comunismo italiano raggiunse il massimo storico. Sette anni dopo la sua morte la parola “comunista” sarebbe sparita dalla vita politica italiana per essere sostituita da “democratico”. L’unica eredità che a fatica resiste oggi è la questione morale nella gestione del potere da parte dei partiti politici.