Proprio come ci aveva abituato il cavaliere senza macchia (?!) e senza paura anche il nuovo premier non lesina battute di cattivissimo gusto, anche se non a sfondo sessuale, salvo poi rimangiarsele in tutta fretta il giorno dopo. Ecco perchè crediamo sia opportuno che il prof. scelga uno sceneggiatore che scriva i suoi dialoghi con più attenzione, altrimenti non resta dire che le sue dichiarazioni sono fraintese o che gli italiani sono scemi!
“Una frase come quella, presa fuori dal contesto, si può prestare a un equivoco”. Lo ha detto nel corso di un videoforum, il premier Mario Monti, in merito alla sua battuta sulla “monotonia” del posto fisso. “Il punto di fondo – ha aggiunto - è che occorre creare piuù occasioni di lavoro per i giovani, e come distribuire le tutele nel mercato del lavoro”. “Si tocca o non si tocca l’articolo 18 sembrava una contrapposizione tra Orazi e Curiazi – ha sottolineato il premier -. Ma noi vogliamo passare dai simboli alla realtà pragmatica, stiamo vedendo come si può contemperare la garanzia del rispetto di certi diritti del singolo lavoratore con forme che non scoraggino le imprese dall’assumere maggiormente, e dobbiamo compararci con quello che passa il convento sul piano internazionale, cioè quello che avviene negli altri Paesi”. Secondo Monti l’articolo 18 per come viene applicato in Italia “sconsiglia gli investimenti di capitali stranieri ma anche italiani”. “Perchè l’Italia è ridotta male? Perchè per decenni i partiti hanno avuto troppo cuore, hanno profuso troppo buonismo sociale, che ha accumulato anno dopo anno disavanzo e debito pubblico”, ha poi sottolineato il premier.
No, non dal pluriprofessorone bocconiano; queste argomentazioni da azzeccagarbugli di arcoriana memoria non si confanno allo stile ‘so-tutto-io’ a cui ci ha abituati dal primo momento in cui è stato nominato. Questo maldestro tentativo di mischiare un po’ di economia politica a buon mercato con altrettanto europeismo, ancora a più buon mercato, condito con i mi consenta ed i distinguo del giorno dopo proprio non regge. Le affermazioni lui le ha fatte tal quali sono state riportate, era un’intervista televisiva e non di carta stampata dopo cui si dice sempre: il giornalista ha equivocato.
Le orecchie ce le abbaimo ancora tutti, forse. Il contesto (citando e adoperand un dipietrismo) che c’azzecca?
In realtà il professore è stato volutamente offensivo nell’ intervista e ancor di più lo è ora con la sua rettifica.
Non ha, il prof. Monti il coraggio di dire come stanno realmente le cose: lui deve scardinare quel minimo di diritto del lavoro esistente in Italia e quel piccolo barlume di welfare residuo perchè i suoi ‘committenti’ gli hanno dato preciso mandato in questo. I giovani devono essere pretesto per modificare uno status -art.18- che rimane uno degli ultimi baluardi della tutela del lavoro in Italia, e non solo nella nostra penisola.
Così cita situazioni assolutamente slegate fra loro che vivono giustapposte solo sul sleveage del conflitto generazionale che dovrà ineludibilmente alla doppia tragedia dei padri-ugolino che sbranano i figlio o il contrario.
E’ un intento palese di macelleria sociale che si vuol far passare in cavalleria. Non un solo dato che sia uno che supporti le elucubrazioni mentali alla base degli ‘intenti riformatori’ del mercato del lavoro che la crucca Europa c’impone. O meglio, un solo dato c’è: favorire in tutti i modi lo sviluppo prossimo futuro del nostro Paese in stile Marchionne. ‘Homo homini lupus’, il suo motto e la dittatura del mercato l’unica rivoluzione possibile: che tristezza!
Un ultima notazione: appena nominato il prof. disse (anche qui in un interivista televisiva) che non lo avremmo visto così spesso in tv, come il premier precedente, perchè lui avrebbe dovuto lavorare e non ci sarebbe stato il tempo per esternazioni e interviste quotidiane.
Alla faccia delle promesse mantenute: ora Monti è in TV a fare il giro di tutte le trasmissioni (Porta a Porta; Mezz’ora; Matrix …) ogni santo giorno.
Ma non doveva lavorare? Certo che se il frutto del suo lavoro sono le liberalizzazioni, le semplificazioni e le esternazioni cui abbiamo assistito finora bisogna dire che al fondo non c’è mai fine!
Gianni Tortoriello Â