(Adnkronos) – La nuova conduzione di Tg3 Linea Notte con risultati soddisfacenti e il brivido dell’imprevisto, un sogno nel cassetto top secret e la convinzione che il movimento contro la violenza sulle donne risvegliatosi con le parole di Elena Cecchettin “non si fermerà”. Monica Giandotti si racconta in un’intervista all’Adnkronos, a tre mesi dall’inizio di una stagione televisiva senza precedenti dal punto di vista dei cambiamenti nei palinsesti, che l’ha vista approdare alla rubrica che chiude la giornata del Tg3, intorno alla mezzanotte.
Non deve essere stato facile raccogliere il testimone di una lunga conduzione come quella di Maurizio Mannoni: “A questo ho cercato di non pensare troppo. L’approdo a Linea Notte – spiega la giornalista – l’ho affrontato con grande entusiasmo, con le migliori intenzioni. Il formato è rimasto fondamentalmente quello che era, è un grande brand del Tg3 e di Rai3.
Linea Notte vive di notizie e del commento sulle notizie della giornata, degli aggiornamenti dell’ultim’ora. Siamo sempre pronti a rivedere la scaletta, se succede qualcosa negli ultimi minuti, essendo anche l’ultima finestra attiva del tg prima della notte. Questo per chi fa il nostro mestiere è sempre molto stimolante, molto elettrizzante. Poi chiaramente io ho il mio stile di conduzione, che ormai il pubblico ha imparato a conoscere e mi pare anche ad apprezzare”.
A poche settimane dalla pausa natalizia, Monica Giandotti traccia un bilancio positivo di questa prima parte della stagione: “Gli ascolti sono più o meno in linea con i risultati dell’anno scorso con un palinsesto di Rai3 che però è completamente cambiato. Linea Notte è un programma che vive anche di traino e quindi quando abbiamo un traino forte chiaramente andiamo meglio. Noi siamo soddisfatti.
Chiaramente c’è ancora tanto da fare e ce la metteremo tutta per fare sempre meglio ma non ci lamentiamo affatto per come è andato questo inizio di stagione”. Le caratteristiche di ‘Linea Notte’ ne fanno secondo la conduttrice uno dei programmi che incarnano lo spirito più puro del servizio pubblico: “Linea Notte è un programma del tg, un programma di squadra che vive di notizie e che valorizza il grande patrimonio giornalistico del servizio pubblico.
Penso al valore aggiunto di potersi collegare in diretta con i corrispondenti dalle principali capitali, da Giovanna Botteri a Parigi a Claudio Pagliara a New York, da Mosca a Istanbul, e con gli inviati nei teatri di guerra. Ma anche al poter attingere al grande presidio del territorio costituito dalle sedi regionali. Questo è uno dei pilastri che fa della Rai il servizio pubblico”.
Questa stagione ha visto forse la più grande rivoluzione degli ultimi anni in termini di palinsesto, soprattutto nel genere dell’approfondimento informativo, con diversi cambi di conduzione in Rai e diversi addii e passaggi ad altri gruppi televisivi di ex conduttori Rai. Questo ha reso il tuo esordio a Linea Notte più spaventoso o ti sei sentita in buona compagnia con tanti cambiamenti in atto? “Per me è stato semplicemente l’inizio di una nuova grande avventura.
Il bilancio dei grandi cambiamenti di questa stagione li faranno i vertici Rai, sia a medio termine che a lungo termine. Io non entro nel merito delle scelte aziendali o personali. Quello che io cerco di fare è lavorare per dare risposte alla domanda che il pubblico di Rai3 esprime. Per noi il faro è il pubblico. Il resto conta poco”, risponde senza giri di parole. L’allungamento dei programmi di prime time anche fino all’1 di notte, sta di fatto facendo scomparire la seconda serata su alcuni canali, questo che impatto ha su un programma come il tuo che va in onda di sera tardi?
“Noi andiamo in onda più in terza serata che in seconda serata ma quello che vedo è che quando noi abbiamo la risposta che il pubblico sta cercando a fine giornata, lo spettatore si sposta e viene a prendersela. Insomma, non importa l’ora in cui trasmetti, importa cosa dici, che tipo di offerta proponi al pubblico”. Sei da circa 10 anni in Rai ma hai già condotto diversi programmi iconici del servizio pubblico: Agorà, Unomattina, Linea Notte. Hai un sogno nel cassetto?
“Sì ce l’ho. Ma per il momento lo tengo scaramanticamente per me”, risponde sorridendo la giornalista. Ti piacerebbe portare sulla Rai un format di tua invenzione? “Certo. Ci ho anche lavorato un po’ ad un progetto che però al momento è fermo. Io vengo dal reportage, dalla scuola del Tg3 e da quella di ‘Annozero’ di Michele Santoro. Mi piacerebbe tornare a fare qualcosa su quel fronte ma non solo. Oggi è difficile inventare qualcosa di completamente inedito ma già riformulare e aggiornare l’approccio al genere sarebbe una bella cosa. Qualche idea ce l’ho. Vedremo”.
Tu hai già fatto dell’infotainment: ti piacerebbe un giorno condurre invece un programma d’intrattenimento puro? “Non so se sono portata per quel genere. Ad un certo punto – ammette – una si deve anche guardare allo specchio e sapere cosa è in grado di fare. Io amo molto l’intrattenimento e sono una persona che ama divertirsi. Ma non so se ho le caratteristiche per condurre un programma di intrattenimento.
Se a 45 anni non l’ho mai fatto, credo non sia un caso. La mia passione è la materia viva delle news”, sottolinea. Non hai il sogno, come tutte le conduttrici italiane, di salire almeno per una sera sul palco del Teatro Ariston durante il festival di Sanremo? “No. A che fare? A cantare?”, ride. “Io adoro il Festival di Sanremo, adoro guardarlo dal divano di casa, adoro fare i gruppi d’ascolto con gli amici, ho adorato vederlo dall’interno del Teatro Ariston, perché ho avuto la fortuna di poterlo fare un anno. Ma la mia è una passione da spettatrice”.
Un’ultima riflessione riguarda gli eventi delle ultime settimane e la nascita di quello che sembra un movimento più ampio e deciso contro la violenza sulle donne: “Credo che la sorella di Giulia Cecchettin, Elena, usando parole molto chiare, molto nette, anche crude, abbia avuto un impatto molto forte e forse inedito. Ha generato un’onda che ha risvegliato un movimento che evidentemente c’era ma che ora si è sentito come chiamato alla mobilitazione. E non credo che quest’onda si fermerà”, conclude. di Antonella Nesi
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