Arriva il bilancio degli Stati Generali Mondo del Lavoro ITALIA dopo un anno di appuntamenti verticali (prima digitali e poi anche in presenza) per seguire da vicino l’evoluzione rapidissima che la pandemia ha imposto al mondo del lavoro italiano.
La pandemia ha impresso un’accelerazione tale da causare un improvviso gap tra competenze richieste dalle aziende e competenze offerte dai lavoratori e dalle università, in particolar modo in Italia.
Scarsa diffusione delle materie STEM e mancanza di dialogo tra enti formativi e imprese; scarsa qualificazione dei lavoratori quindi anche maggiore platea di impieghi in mansioni esecutive, più a rischio con l’aumentare dell’automazione; invecchiamento demografico con pochi giovani portabandiera del nuovo; sottodimensionamento del contributo delle donne, depositarie naturali di molte di quelle soft skills cercate dalle aziende; poche politiche a sostegno del lavoro a fronte di più politiche a sostegno del reddito;troppi infortuni sul lavoro. Il quadro è già complesso prima ancora di prendere in esame la necessità urgente che ogni singola azione si inserisca in un percorso di sostenibilità.
10 incontri con oltre 50 relatori, 20 ore di condivisione di opinioni, prospettive e anche critiche, per fare il punto sul nostro Paese.
Istituzioni e politiche attive: il ruolo dello Stato
Ringraziamo lo Stato per aver sostenuto il reddito dei lavoratori durante la pandemia, ma adesso è ora di passare a politiche attive a sostegno dell’occupabilità: competenze, sicurezza, incrocio tra domanda e offerta, sostenibilità. Questa la sintesi della prima mattina in cui si incontrano le istituzioni. «Sento già parlare di aziende che escludono dalle proprie logiche di reclutamento i giovani formati nei due anni di pandemia – osserva l’ing. Guido Saracco, magnifico Rettore del Politecnico di Torino. – Il nostro compito oggi è quello di fare in modo che questa notte che sta volgendo al termine abbia meno effetti negativi possibile sul futuro di questi ragazzi, offrendogli una formazione di qualità e cercando continuamente sinergie tra imprese e capi-filiera locali e gli enti formativi».
Cesare Damiano, consigliere di Amministrazione Inail, presidente Lavoro Welfare e già Ministro del Lavoro, distingue tra quantità e qualità della ripresa: «La spinta quantitativa è sotto gli occhi di tutti, bruciando persino le tappe delle previsioni economiche, ma quello su cui bisogna lavorare adesso è la componente qualitativa. Il lavoro che arriva è perlopiù a tempo determinato perché in Italia, in un modo o nell’altro, finisce per costare meno del lavoro a tempo indeterminato. Esattamente l’opposto di come dovrebbe essere. Inoltre, come già sottolineato da Franco Bettoni, presidente Inail, si registra un continuo aumento di infortuni sul lavoro, malattie professionali e addirittura morti sul lavoro».
Su questo punto Damiano lancia una proposta a Mario Draghi: l’Inail ogni anno risparmia un miliardo/un miliardo e mezzo di euro che provengono dalle tasse ovvero i premi assicurativi che gli imprenditori corrispondono per la prevenzione.
Il totale accumulato ad oggi è pari a 34 miliardi di euro. Non sarebbe meglio trasformare questi risparmi dell’Inail in risorse per la prevenzione anziché accumularli presso la Tesoreria dello Stato a rendimento zero? Se queste somme non fossero restituite alle imprese che le hanno pagate e ai lavoratori per migliorare le condizioni di sicurezza e gli indennizzi alle vittime di infortuni, malattie professionali e alle famiglie di chi perde la vita sul lavoro, sarebbero una “tassa occulta sulle imprese”.
Proposta che la senatrice Nunzia Catalfo, già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, si dice pronta a sostenere in veste di parlamentare. Così come condivide l’urgenza di maggior sicurezza sul lavoro e le opportunità identificate nel miglioramento delle competenze, già anticipate al tempo del suo Ministero con il Governo Conte attraverso il Fondo per le nuove competenze per il cui ri-finanziamento il PNRR ha disposto 7 miliardi di euro su 3 direttrici principali: garanzia occupabilità dei lavoratori; rafforzamento delle competenze e rafforzamento dell’apprendistato duale che collega i giovani alle imprese.
7 Ottobre 2021
Mondo del lavoro Italia: dati, sfide, proposte
Scritto da Redazione CinqueColonne
Come l’Italia sta reagendo alle sfide imminenti sul lavoro in tema di sostenibilità, nuove competenze, uso delle nuove tecnologie, giustizia ed equità