Solo Quagliarella e, forse, Pirlo degni della maglia azzurra per gli altri, Marchetti in testa, solo ignomìnia
Si poteva uscire dal mondiale in mille modi, lo si è fatto come peggio non si poteva. Prima la prova così così con il Paraguay, poi il passo falso con la Nuova Zelanda ed infine il capolavoro odierno. Anche chi poteva immaginare la catastrofe sportiva più completa mai avrebbe pensato che si uscisse dal mondiale africano battuti dalla Slovacchia e ultimi nel girone più “facile” fra quelli usciti dal sorteggio. Una squadra svuotata e senza un senso. Né capo né coda era possibile riscontrare in una compagine ferma sulle gambe e senza mordente, per non parlare di geometrie e/o gioco. Ora non vogliamo accodarci a quelli che ripeteranno il classico “l’ avevo detto io”; chi è rimasto a casa, ora, sentirà di avere ragione e gongolerà (leggi Cassano, Balotelli, Totti, Del Piero, Borriello) e non con tutti i torti; ma sicuramente anche fra i convocati il buon c.t. italiano poteva scegliere e assortire meglio la squadra che egli stesso aveva selezionato. Un nome e un rimpianto su tutti: Quagliarella. Certo, si dirà , gli infortuni di Pirlo e Buffon sono costati cari. Sicuramente, se si è pensato di sostituire Gianluigi con quell’ipotesi di portiere che risponde al nome di Marchetti che, bene o male il suo zampino – o meglio non ha mai messo le mani, sempre fuori posizione e mai reattivo- lo ha lasciato in tutte le partite disputate. Il mea culpa, un po’ tardivo, di Lippi in conferenza stampa fa più male che altro. Il ciclo si è chiuso. Un nuovo c.t. è già sulla soglia e Prandelli dovrà fare un bel po’ mente locale e procedere ad un’opera di ricostruzione minuziosa. Ci riuscirà ? Una sola sottolineatura ce la permettiamo: guardiamoci e ricordiamo questa partita servirà per fare scelte decisive per il futuro azzurro. Infine, non dimentichiamo le lacrime di Fabio Quagliarella. Non sono casuali !