Proseguirà fino al 10 dicembre la mostra ‘Mondanità e passione quotidiana‘: l’arte di Lino Selvatico ai Musei Civici agli Eremitani di Padova.
Lino Selvatico nasce nel 1872 a Padova, figlio di uno un poeta e commediografo di Venezia. Proprio nella città lagunare, alla III internazionale d’Arte, un Lino Selvatico ventisettenne presenta la sua prima opera, ‘Ritratto del professor G. Bordiga’. È l’inizio di una carriera costellata di esposizioni e mostre personali, fino alla morte del 1926.
Il percorso artistico di Lino Selvatico prende le mosse da due artisti veneziani, nella fattispecie Giacomo Favretto ed Ettore Tito: di quest’ultimo, in particolare, riprenderà alcuni tratti stilistici e, soprattutto, le tematiche. Come Tito, anche Selvatico ritrae l’alta società veneziana, di cui riuscirà a cogliere, come pochi, l’eleganza e il fascino decadente. Tali caratteristiche ne fanno rapidamente uno dei ritrattisti più apprezzati e quotati del suo tempo.
La mostra ‘Mondanità e passione quotidiana‘, inaugurata il 29 settembre scorso a Padova, vuole porre l’attenzione sull’influenza che il capoluogo patavino ha avuto su un artista spesso associato esclusivamente a Venezia. Importanza fondamentale hanno, in questo senso, i recenti ritrovamenti compiuti nell’archivio della famiglia Selvatico.
L’allestimento comincia con la sezione denominata ‘Modernità ‘, in cui troviamo ritratti dell’artista stesso e di persone a lui vicine, come la madre e la moglie. Si prosegue con ‘Vita quotidiana‘, che propone numerosi ritratti di bambini e adolescenti. Seguono le sezioni ‘Francesca, la moglie‘ e ‘La donna‘, in cui si esplorano rispettivamente la dimensione più intimista e quella più sensuale dell’immaginario artistico di Lino Selvatico.