Può la mobilità urbana essere innovata? Una domanda forse strana ma che in realtà ha una risposta tutta italiana. Ne parliamo proprio con i diretti interessati: MUV.
Mobilità urbana ed innovazione?
La viviamo tutti i giorni, nessuno escluso. Quando usciamo di casa a prendere la nostra auto o qualsivoglia mezzo di trasposto oppure quando prendiamo i mezzi pubblici: tutto è mobilità urbana. Il tempo ha portato mezzi sempre più potenti, utili ma quanto ancora c’è da fare in quanto campo? Quanto l’innovazione può essere d’aiuto per la mobilità urbana?
Intervista a Domenico Schillaci, CEO di MUV
Una breve intervista dove si parlerà di MUV e di mobilità urbana con Domenico Schillaci:
Partiamo con una domanda per rompere il ghiaccio, cos’è Muv e come nasce?
MUV promuove comportamenti attivi e sostenibili attraverso un gioco che trasforma la mobilità urbana in uno sport e i cittadini in atleti. Il nostro obiettivo è quello di cambiare il modo con cui le persone percepiscono il muoversi in città e le loro scelte quotidiane in modo facile e divertente. La startup nasce a valle di un progetto ricerca sul tema della mobilità sostenibile e dei comportamenti umani che abbiamo condotto negli ultimi anni grazie al programma Horizon 2020 finanziato dalla Commissione Europea.
Qual è la tecnologia che Muv utilizza?
MUV si gioca attraverso una app che permette di tracciare i propri spostamenti sostenibili, li certifica e abilita tutte le dinamiche di gioco che abbiamo sviluppato (allenamenti, sfide e tornei a squadre). Le tecnologie principali che utilizziamo sono quelle legata al tracciamento degli spostamenti (GPS) e all’analisi delle attività (servizi di activity recognition), che sono abilitate dagli smartphone, oltre al nostro algoritmo certificato per il calcolo del risparmio delle emissioni che ci permette di misurare i kg di CO2 risparmiati da ciascun utente semplicemente giocando e di convertirli in crediti di carbonio.
Come tecnologia e trasporti possono collaborare al giorno d’oggi?
Non c’è ambito oggi in cui la tecnologia non svolga un ruolo fondamentale di abilitatole. I trasporti naturalmente non fanno eccezione e penso che gli ambiti più interessanti siano quelli legati al Mobility as a Service, quindi all’integrazione di diversi servizi di mobilità all’interno di un’unica piattaforma interoperabile, all’impiego dell’Intelligenza Artificiale nei sistemi di gestione del traffico e nei veicoli a guida autonoma e nelle applicazioni di Big Data Analysis che permettono una pianificazione sempre più efficace e real-time dei flussi di mobilità urbana. In questo MUV, grazie alla grande quantità di dati di mobilità registrati e analizzati, è in grado di supportare aziende e amministrazioni nella redazione di piani di mobility management o nel perfezionamento di politiche urbane di mobilità sostenibile cosiddette data-driven, ossia basate sui dati.
Quanto ancora c’è da fare in questo senso?
Gli ambiti di intervento sono ancora tantissimi, così come le opportunità di miglioramento dei servizi per il cittadino. Credo però che lo sforzo principale che si dovrebbe operare nel settore dei trasporti sia quello teso a ridurre le emissioni e a promuovere una cultura della mobilità meno legata ai veicoli privati. Basti pensare che i trasporti sono responsabili di quasi un quarto (24%) delle emissioni di gas serra prodotta in Europa e che la Commissione si è data come obiettivo per il 2050 quello di abbattere questa quota di emissioni del 90%. In questo senso c’è ancora tanta strada da fare.
Quali sono i progetti futuri?
Abbiamo tante iniziative su cui stiamo lavorando e che puntiamo a lanciare nei prossimi mesi, da un torneo dedicato alle startup che vogliono impegnarsi direttamente nella lotta al cambiamento climatico a una serie di sfide mensili a premi promosse dai tanti partner che hanno scelto di supportarci, dalle competizioni dedicate agli studenti universitari al programma di formazione per trasformare gli studenti liceali in mobility manager. Senza dimenticare quello che abbiamo già attivo, come il super torneo tra i tifosi di serie A che segue lo stesso calendario del campionato di calcio ma il cui risultato delle partite è legato alle prestazioni sostenibili delle rispettive tifoserie. Insomma, siamo convinti che sia possibile rendere le nostre città più vivibili e contribuire a salvaguardare il nostro pianeta semplicemente coinvolgendo le persone e facendole giocare.