Al MIUR servono 2.000 presidi per colmare le sedi vacanti sulle scuole che ormai da anni vivono di reggenze, in una situazione di precarietà dell’azione amministrativa che mal si accorda all’importanza del ruolo che la scuola sempre più oggi dovrebbe avere.
Le regole d’ingaggio per l’assunzione dei 2.000 nuovi dirigenti prevedono il titolo di studio, laurea, 5 anni di ruolo in qualità di docenti, il superamento della prova di esame con due scritti ed un orale e la perfetta conoscenza del ruolo e delle norme collegate. Fin qui tutto bene, ma ora iniziano le dolenti note e l’attenzione del MIUR si perde nei meandri della indifferenza rispetto a quello che veramente è la scuola reale.
Il MIUR ha, però, almeno 10.000 persone che il ruolo di Dirigente Scolastico lo conoscono benissimo da anni, cioè i collaboratori dei Dirigenti, gli ex vicepresidi, che svolgono una importante funzione di supporto ai Dirigenti, spesso in realtà sono i veri dirigenti della scuola, conoscendo perfettamente il ruolo stesso.
La sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, ove i giudici amministrativi hanno ribadito che per partecipare al concorso per dirigenti non è indispensabile essere docenti già di ruolo, rimane sullo sfondo di questa vicenda.
Sullo stesso piano si pone anche un’altra sentenza, sempre del TAR Lazio, la n. 9729 del 16 settembre 2014, in cui si è stabilito che il servizio pre-ruolo deve essere valutato come quello di ruolo, seguendo quanto statuito dalla Corte di Giustizia Europea con la sentenza emessa nel procedimento C-177/10 pubblicata l’8 settembre 2011.
Il fatto che lascia stupiti è che nessun sindacato di categoria ha segnalato al MIUR queste “piccole” sviste, se non ANIEF ed UDIR