Washington e Mosca fanno rotta su Venere. L’Agenzia spaziale americana e la IKI – Russian Academy of Sciences’ Space Research Institute – sono al lavoro per stilare l’agenda dei prossimi appuntamenti con lo spazio: il primo obiettivo condiviso sarà definire i prossimi passi per lo sviluppo della missione Venera D – la prima sonda con destinazione Venere progettata per essere lanciata nel 2026 dalla Russia ed erede della generazione delle Venera, spedite dalla vecchia Unione Sovietica.
Secondo “inquilino” del Sistema Solare in ordine di distanza dalla stella madre, Venere, pianeta associato alla divinità classica dell’eros, è considerato il gemello della Terra per via della somiglianza quanto a dimensioni e massa. Il mondo roccioso dell’amore tuttavia presenta caratteristiche molto diverse dal nostro pianeta: ha un periodo orbitale più breve – 224,7 giorni terrestri – e marcia in senso opposto. Inoltre presenta una densa atmosfera che intrappola il calore e lo rende il corpo più caldo del Sistema Solare, con un effetto serra devastante: sulla superficie le temperature sono sufficienti a fondere il piombo (327,46 gradi centigradi).
Allo stato attuale dunque è un pianeta inadatto ad accogliere forme di vita ma forse un tempo non era così. Obiettivo di Venera D sarà studiare il clima del nostro gemello bollente per individuare i meccanismi che hanno originato l’effetto serra, valutando la possibilità che in un’epoca lontana le temperature fossero più miti e che l’acqua scorresse allo stato liquido in superficie.
La comprensione dei processi in atto su pianeti come Venere o Marte darà una mano agli scienziati ad ottenere un quadro più completo di come i mondi simili al nostro si siano evoluti, offrendo una finestra dettagliata sul passato (e perché no, sul futuro) della Terra.
La missione Venera D è pensata per essere composta da un orbiter, che volerà per almeno 3 anni intorno al suo obiettivo, e da un lander progettato per sopravvivere al difficile clima alieno per una manciata di ore. Il gruppo NASA – IKI è inoltre al lavoro per verificare se sia possibile realizzare anche un veicolo che, rilasciato dal lander e alimentato ad energia solare, plani nell’atmosfera per rubarne i segreti.