Una vera e propria corsa contro il tempo, quella per risolvere le infrazioni comunitarie sul territorio del Comune di Rho, ma oggi si può finalmente dire che i lavori sono terminati, a vantaggio dell’ambiente e delle casse pubbliche, perché si sono evitate le sanzioni previste dall’Europa se i lavori non si fossero conclusi entro il 31 dicembre 2015.
La rete fognaria del comune di Rho presentava diverse situazioni critiche, che sono state analizzate e risolte negli ultimi tre anni, con soluzioni progettuali tecnologicamente avanzate, elaborate dall’area tecnica del Gruppo CAP in collaborazione con gli uffici comunali, nell’intento di collegare alla fognatura tutte le aree del territorio, eliminando gli scarichi che ancora rimanevano nei corsi d’acqua e convogliando tutte le acque reflue al depuratore di Pero, dove vengono ripulite prima di essere restituite ai fiumi.
I tanti i cantieri aperti, con diverse squadre di operai al lavoro spesso contemporaneamente, per stare nei tempi previsti dalla Comunità Europea, hanno consentito di realizzare nuovi tratti di fognatura e nuovi collettori, di portare a termine la manutenzione straordinaria di tutta la fognatura, che oggi è a norma e rispettosa dell’ambiente.
In particolare, due grandi progetti hanno visto l’eliminazione degli scarichi nei torrenti Lura e Bozzente: tre anni di lavoro – a Passirana, Terrazzano e Mazzo – e 5 milioni di investimento hanno portato alla realizzazione del collettore da Lainate a Mazzo di Rho che ha eliminato gli scarichi nel Lura; mentre 2 milioni e 743 mila euro sono stati investiti nel progetto di dismissione degli scarichi nel Bozzente.
L’infrazione comunitaria
Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue, la normativa di riferimento è la Direttiva 91/271/CEE recepita dall’Italia con il D. Lgs. 152/2006 (il cosiddetto Codice dell’Ambiente). La Direttiva prevede che tutti gli agglomerati superiori ai 2mila abitanti equivalenti siano forniti di adeguati sistemi di reti fognarie e trattamento delle acque reflue, secondo precise scadenze temporali, ormai già passate.
Per le mancanze nell’attuazione della Direttiva l’Italia ha già subito due condanne da parte della Corte di Giustizia Europea, la C565-10 (Procedura 2004-2034) e la C85-13 (Procedura 2009-2034) e l’avvio di una nuova procedura di infrazione (Procedura 2014-2059).
La depurazione ha un ruolo fondamentale in termini di protezione ambientale perché consente l’immissione nell’ambiente dei reflui prodotti solo dopo i trattamenti che rimuovono gli inquinanti. È una misura di salvaguardia per fiumi e mari, per la conservazione della biodiversità, per la tutela della salute pubblica e, infine, per la valorizzazione dei territori.
Sulla depurazione l’Italia registra un ritardo infrastrutturale grave e persistente, che si configura come una vera e propria emergenza nazionale. Numerosi Comuni italiani sono infatti sprovvisti di adeguate reti fognarie e di impianti per il trattamento dei reflui: due italiani su dieci sono senza fogne, tre su dieci senza depuratori. Il 40% dei nostri fiumi sono gravemente inquinati: ecco perché dall’Unione Europea sono in arrivo pesanti sanzioni per inadempienza alle direttive comunitarie per depurazione e fognature.