A sei mesi dall’entrata in vigore dalla legge 47/2017 per l’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati, ActionAid, Ai.Bi., Amnesty International Italia, Asgi, Caritas Italiana, Centro Astalli, C.I.R., CNCA, Emergency, OIM, Terre des Hommes, Save the Children, UNHCR e UNICEF, organizzazioni e associazioni promotrici della legge e impegnate sul campo a sostegno dei minori soli, hanno incontrato oggi, presso la Camera dei Deputati, i rappresentati delle Istituzioni di riferimento per un confronto diretto sugli aspetti cruciali della sua attuazione.
Obiettivo dell’incontro, quello di sciogliere i nodi principali che possono ostacolare la piena, rapida e omogenea applicazione di misure che possono fare la differenza in positivo per le migliaia di minori soli giunti in Italia: 14.579 quelli sbarcati sulle nostre coste solo da gennaio 2017 al 25 ottobre scorso, più di 18.491 quelli censiti dal sistema di accoglienza italiano.
Tra partecipanti alla tavola rotonda, moderata da Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia Europa di Save the Children Italia, l’On. Marina Sereni, Vicepresidente della Camera dei Deputati, l’On. Sandra Zampa, Vicepresidente della Commissione Infanzia, Gennaro Migliore, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia, Tatiana Esposito, Direttore Generale dell’Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Aly Baba Faye, Consigliere del Sottosegretario di Stato al Ministero dell’interno, Filomena Albano, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Matteo Biffoni, Sindaco di Prato e delegato Anci all’immigrazione, Stephane Jaquemet, Delegato dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per il Sud Europa e i rappresentanti delle associazioni del Tavolo di lavoro sui minori stranieri non accompagnati.
La discussione delle osservazioni e proposte bastate sull’esperienza concreta delle organizzazioni impegnate sul campo, ha posto in evidenza alcuni punti essenziali per garantire efficacia e omogeneità nell’applicazione della legge.
In primo luogo, si è sottolineata la necessità di un adeguato supporto nell’esercizio della propria funzione ai tantissimi tutori volontari che hanno già risposto con entusiasmo all’invito delle istituzioni e a quelli che seguiranno, insieme al necessario accompagnamento alle famiglie affidatarie, per favorire il diffondersi del coinvolgimento attivo di privati cittadini nel sostegno ai minori non accompagnati. È inoltre fondamentale garantire adeguata formazione ai tutori provvisori.
Rispetto alle primissime fasi che riguardano l’arrivo del minore non accompagnato, si è evidenziata l’urgenza di chiare norme di attuazione e di indicazioni agli organi di pubblica sicurezza rispetto alle modalità dell’identificazione ed eventuale accertamento dell’età del minore, un ambito sinora caratterizzato da prassi operative disomogenee nei diversi territori, introducendo procedure chiare che tengano in primaria considerazione il superiore interesse del minore.
Si è auspicata l’emanazione del previsto Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sul primo colloquio con il minore svolto dal personale qualificato del centro di prima accoglienza e la definizione dei contenuti della cartella sociale che accompagnerà il minore lungo il suo percorso in Italia, insieme alle responsabilità di chi la compila. Inoltre, si rendono necessarie istruzioni dettagliate per le Questure sulle modalità per consentire ai minori di presentare autonomamente la richiesta di permesso di soggiorno per minore età.
Deve essere anche chiarito che il permesso per minore età consente di esercitare attività lavorativa nel rispetto della normativa vigente in materia di lavoro dei minorenni, per superare l’attuale prassi disomogenea.
Riguardo invece al tema dell’accoglienza, risulta necessario il rafforzamento del sistema ordinario anche attraverso un investimento crescente di risorse sulla seconda accoglienza in capo allo Sprar, per garantire ai minori percorsi di integrazione efficaci ed omogenei in tutto il territorio nazionale. Nello stesso spirito i CAS vanno considerati luoghi di accoglienza residuali da attivare solo in caso di reale emergenza e arrivo imprevisto e sproporzionato, e va evitata del tutto la permanenza dei minorenni all’interno di strutture hotspot.
Tra i punti principali affrontati anche l’accesso all’assistenza sanitaria, all’educazione e alla tutela legale. Nel corso del confronto, è stata posta in evidenza la necessità di una effettiva e piena attuazione della norma che prevede l’iscrizione obbligatoria dei minori non accompagnati al Servizio Sanitario Nazionale anche prima del rilascio del permesso di soggiorno, con indicazioni che consentano di superare le difficoltà burocratiche derivanti dall’assenza di Codice fiscale o di un indirizzo di residenza.
Allo stesso modo già nei centri di prima accoglienza va garantito ai minori l’inserimento scolastico, l’accesso alla formazione professionale e l’accompagnamento all’inserimento lavorativo, ed è essenziale che i tutori anche provvisori, il personale delle strutture di accoglienza e le altre figure di riferimento del minore informino efficacemente il minore stesso sul suo diritto di partecipare attivamente a tutti i procedimenti giudiziari e amministrativi che lo riguardano e di nominare una difesa tecnica di fiducia nei procedimenti giurisdizionali, come previsto dalla Legge.
Le organizzazioni promotrici di questa iniziativa, hanno inoltre auspicato l’istituzione di un tavolo permanente di confronto inter-istituzionale per garantire il coordinamento delle misure di attuazione e il monitoraggio sull’implementazione della legge, e che sia previsto un contatto regolare di questo tavolo con le organizzazioni e associazioni impegnate nella tutela dei minori stranieri non accompagnati.