Il volume, realizzato da Fondazione ISMU nell’ambito del Progetto FAMI 1597 “Azioni e strumenti di governo per la qualificazione del sistema scolastico in contesti multiculturali”, in collaborazione con IIS Cine TV R. Rossellini e finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Immigrazione (Fami), si sofferma in particolare sull’analisi del difficoltoso percorso dei MSNA all’istruzione obbligatoria, raccontando anche – attraverso 40 interviste a testimoni privilegiati e a ex MSNA – le storie di successo di minori stranieri soli che, grazie alla loro determinazione e al supporto di educatori, operatori e altre figure di riferimento sono riusciti a continuare gli studi.
Il rapporto presenta anche due approfondimenti: il primo analizza i processi di scelta scolastica che portano ancora oggi gli alunni stranieri a iscriversi meno ai licei rispetto ai loro coetanei italiani; il secondo presenta una ricerca comparativa di tipo quantitativo che ha coinvolto alcune scuole secondarie in Italia e in Francia con l’obiettivo di indagare le interazioni fra giovani nativi e di origine immigrata e l’influenza di tali interazioni sugli atteggiamenti di ostilità verso persone immigrate.
Minori stranieri non accompagnati di fronte al sistema scolastico italiano
Minori stranieri non accompagnati: presenze, provenienze, età, distribuzione per regioni. Al 31 agosto 2020 i MSNA presenti e censiti sono 5.540 (per il 95,8% maschi e il 4,2% femmine). Il 64% ha 17 anni, il 23,8% 16 anni, il 7,3% 15 anni. Provengono per la maggior parte da Albania (22,9%), Bangladesh (17,4%), Egitto (10,8%). La regione che ospita il maggior numero di MSNA è la Sicilia (1.149, pari al 20,7% di tutti i MSNA presenti), seguita dalla Lombardia (660) e Friuli Venezia Giulia (622). Una quota consistente di MSNA giunge in Italia attraverso il Mar Mediterraneo. Se negli ultimi anni il numero degli arrivi via mare è fortemente diminuito, il flusso migratorio proveniente dai Balcani non si è mai chiuso (rotta balcanica). L’Italia è rimasta nel tempo il Paese con la maggiore presenza di questi minori in Europa, insieme alla Grecia.
Minori stranieri non accompagnati nel sistema formativo. Quanti dei minori stranieri non accompagnati accolti sul nostro territorio sono effettivamente inseriti in un percorso scolastico e/o formativo? Dare una risposta esaustiva non è possibile perché i dati disponibili a oggi sono parziali. Partiamo dai dati che ci fornisce il sistema SPRAR – Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (oggi SIPROIMI – Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati): nel 2018, negli 877 progetti SPRAR (di cui 144 specifici per MSNA), si è rilevata l’iscrizione di 2.458 minori nel sistema scolastico (di cui 1.832 MSNA) e di 1.176 MSNA nei corsi di formazione professionale. Passiamo poi ai dati relativi all’utenza dei Centri provinciali per l’Istruzione per gli Adulti (CPIA) cui vengono indirizzati spesso anche i MSNA dai 15 ai 18 anni, che però vengono considerati statisticamente assieme agli altri minori stranieri (quindi non è possibile sapere quanti siano i MSNA iscritti ai CPIA): dei 31.058 studenti di età inferiore o uguale a 18 anni frequentanti percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e percorsi di primo livello nell’anno scolastico 2017/18, il 90,8% è cittadino non italiano (sono stati accorpati 6.611 allievi che non hanno indicato nessuna cittadinanza con i 21.576 studenti con cittadinanza non italiana). Il 62% degli allievi con cittadinanza non italiana (13.386) frequenta percorsi di alfabetizzazione e apprendimento linguistico, il 38% percorsi di primo livello (8.190). Ma quanti di questi 15-18enni sono MSNA o ex MSNA?
Iscrizione ai licei di studenti italiani e di origine straniera:
scelte a confronto
Oltre al focus sui minori stranieri non accompagnati, all’interno del quadro generale sugli alunni con background migratorio, il volume presenta un approfondimento sulle scelte scolastiche degli alunni di origine immigrata al termine del primo ciclo di istruzione. In base a elaborazioni2 condotte per ISMU su un database di dati amministrativi relativi a un campione nazionale, più della metà degli alunni italiani sceglie di iscriversi a un liceo (51,8%), contro poco più di un terzo degli studenti stranieri di seconda generazione (34,9%) e meno di un quarto di quelli di prima generazione (24,4%). Come si spiegano differenze di scelte così marcate tra alunni italiani e stranieri? Nel Rapporto si mostra che tali differenze trovano spiegazione non solo nei livelli di apprendimento inferiori ai nativi con cui gli alunni di origine immigrata concludono la terza media, ma anche in altri fattori dovuti al background migratorio degli studenti. La scelta post licenza media sembra essere un momento nel quale le origini non italiane degli studenti, anche di quelli che si distinguono per buone performance, incidono sulla riproduzione delle disuguaglianze educative. Ponendo infatti in relazione i punteggi ottenuti nei test Invalsi di matematica e le iscrizioni ai licei, emerge che tra gli studenti con i migliori risultati, il tasso di iscrizione al liceo è di poco superiore al 70% per gli italiani, contro il quasi 40% per gli studenti stranieri di prima generazione. Anche guardando all’analisi degli iscritti al liceo in base al voto finale di licenza media e alla cittadinanza i risultati trovano conferma, emerge infatti che, anche se promossi con buoni voti alle medie, gli alunni stranieri scelgono meno i licei rispetto a quelli italiani. Il terzo elemento che infine può avere un ruolo nelle scelte dei ragazzi è il consiglio orientativo degli insegnanti: dall’analisi emerge che, a parità di livello di performance, sono gli studenti italiani quelli che si vedono raccomandare molto più spesso un percorso liceale (il gruppo dei più penalizzati nel confronto con gli italiani è quello degli studenti maschi stranieri più brillanti nei test). Infine, anche quando gli insegnanti raccomandano il percorso liceale agli alunni stranieri, sono proprio questi a seguire meno il suggerimento degli insegnanti: i dati mostrano che circa l’89% degli italiani va al liceo quando questo è il suggerimento ricevuto, contro il 73% degli stranieri di prima generazione.
Xenofobia e adolescenti: Italia e Francia a confronto
Il rapporto presenta infine, nella parte dedicata ai confronti internazionali, anche una ricerca3 comparativa di tipo quantitativo, svolta nel 2017, che ha coinvolto 5.186 alunni di scuole secondarie in Italia (Lombardia) e in Francia (regione Provence-Alpes-Côte d’Azur), con l’obiettivo di indagare le interazioni fra giovani autoctoni e giovani di origine immigrata e il loro legame con atteggiamenti di ostilità verso gli immigrati.
Per quanto riguarda le forme di intolleranza/xenofobia, sia latente sia esplicita, si rileva, purtroppo un dato ancora alto di atteggiamenti negativi, pari a circa un quarto degli intervistati. Il dato positivo è che i livelli di intolleranza si riducono nei giovani che intrattengono relazioni con persone di origine immigrata e quando gli insegnanti affrontano in classe temi legati alla mobilità umana.
Per leggere il rapporto clicca qui: https://www.ismu.org/alunni-con-background-migratorio-in-italia-le-opportunita-oltre-gli-ostacoli/