Secondo i dati diffusi da Save the Children, in 10 anni, dal 2014 al 2023, oltre 1.100 minori sono morti o dispersi in mare. Si tratta di un numero drammatico, che rappresenta una vera e propria emergenza umanitaria.
Minori morti in mare: emergenza da non ignorare
La maggior parte dei minori che perdono la vita in mare sono africani, provenienti da paesi come la Libia, il Sudan e il Mali. Questi bambini e adolescenti fuggono da guerre, violenze e povertà, e intraprendono un viaggio pericoloso e rischioso per raggiungere l’Europa, in cerca di una vita migliore.
Il Mediterraneo è un mare pericoloso, caratterizzato da condizioni meteorologiche avverse e da forti correnti. I migranti che tentano di attraversarlo spesso viaggiano su imbarcazioni precarie e sovraffollate, che non sono in grado di affrontare le condizioni del mare.
Nel 2023, solo nei primi nove mesi dell’anno, sono stati registrati oltre 100 morti o dispersi tra i minori che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo. Il 3 ottobre, in occasione del decimo anniversario del naufragio di Lampedusa, in cui persero la vita 368 persone, tra cui molti minori, Save the Children ha lanciato un appello all’Europa affinché si impegni a trovare una soluzione a questa crisi.
I dati di Save the Children
I dati diffusi da Save the Children si basano su un’analisi condotta dall’organizzazione sui dati raccolti da diverse fonti, tra cui l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) e le autorità italiane.
Secondo questi dati, il numero di minori morti o dispersi nel Mediterraneo è aumentato negli ultimi anni. Nel 2014, i minori rappresentavano solo l’1% del totale dei morti e dispersi, mentre nel 2023 la loro percentuale è salita al 4,3%.
La maggior parte dei minori che perdono la vita in mare sono ragazzini di età compresa tra i 15 e i 17 anni. Tuttavia, non sono rari i casi di bambini molto piccoli, anche di pochi mesi.
Le cause delle morti
Le cause delle morti di minori in mare sono diverse. In alcuni casi, i bambini e gli adolescenti muoiono annegati, a causa del naufragio delle imbarcazioni su cui viaggiano. In altri casi, muoiono per malnutrizione, malattie o altre cause legate alle condizioni difficili del viaggio.
La risposta dell’Europa
L’Europa ha adottato una serie di misure per prevenire le morti di minori in mare. Tuttavia, queste misure non sono state sufficienti a fermare questa tragedia. Nel 2015, l’Unione Europea ha lanciato l’operazione Mare Nostrum, una missione di ricerca e soccorso in mare. Tuttavia, l’operazione è stata sospesa nel 2017, e sostituita dall’operazione Sophia, che ha un focus più ampio sul contrasto all’immigrazione illegale. L’Europa ha inoltre implementato un sistema di corridoi umanitari, che consente ai migranti di arrivare in Europa in modo sicuro e legale. Tuttavia, questo sistema è stato criticato per essere troppo limitato.
La richiesta di Save the Children
Save the Children ha chiesto all’Europa di istituire un sistema di ricerca e soccorso efficace e coordinato, in grado di garantire la sicurezza dei migranti che attraversano il Mediterraneo. L’organizzazione ha inoltre chiesto di aumentare l’accesso ai corridoi umanitari.
“È necessario che l’Europa prenda provvedimenti urgenti per prevenire le morti di minori in mare“, ha dichiarato Francesco Saverio Bertoni, direttore generale di Save the Children Italia. “Questi bambini e adolescenti sono vittime di una crisi umanitaria, e hanno diritto alla protezione“.