A un anno esatto dalla promulgazione della legge per la protezione dei minori stranieri non accompagnati, quasi 4.000 cittadini, in tutta Italia, hanno dato la loro disponibilità a diventare tutori volontari. Da una prima rilevazione realizzata da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – in collaborazione con alcuni Garanti regionali su 2.000 tutori volontari, emergeche si tratta soprattutto di donne (3 su 5), con un’età media compresa tra i 40 e i 50 anni e per la maggior parte con un percorso universitario alle spalle, in particolare nelle facoltà di giurisprudenza, socio-educative e sanitarie.
La figura del “tutore volontario” è stata fortemente sostenuta da Save the Children per dare ai minori stranieri che giungono in Italia senza genitori, un punto di riferimento che li orienti nelle scelte e li accompagni nel percorso di integrazione. Prima della legge, la tutela veniva prevalentemente affidata ad una istituzione, come il Sindaco, che evidentemente non poteva assicurare ad ogni minore un contatto diretto costante e personalizzato. Il tutore volontario è un cittadino che, dopo una apposita formazione, in modo del tutto gratuito, affianca e guida un minore non accompagnato sotto l’egida del tribunale per i minorenni.
Attualmente sono più di 14.300, di almeno 40 nazionalità diverse, i minori stranieri non accompagnati censiti nel sistema di accoglienza italiano. Sono bambini e ragazzi giunti nel nostro Paese soli, senza alcuna figura adulta di riferimento al loro fianco e dunque facilmente esposti a rischi di sfruttamento e violenza.
“L’entusiasmo e la partecipazione di così tanti cittadini, che si sono proposti volontariamente per fare da guida ad un minore straniero, dare preziosi consigli nelle scelte di vita quotidiana, supportarlo nelle vicissitudini burocratiche e stare al suo fianco nel percorso di integrazione nel nostro Paese, è uno degli aspetti più positivi e che meglio ha funzionato, insieme alla promozione dell’affido familiare, da quando è stata adottata la legge 47 del 7 aprile 2017. Una legge innovativa, di iniziativa parlamentare, approvata a larghissima maggioranza e fortemente voluta da Save the Children, da tutte le principali organizzazioni di tutela dei diritti e dagli operatori del settore. La legge riconosce che i minori stranieri non accompagnati, prima ancora che migranti o rifugiati, sono minori soli che vanno protetti e accompagnati nella loro crescita, al pari di ogni altro bambino e adolescente”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia di Save the Children.
Vi sono tuttavia molti aspetti della nuova legge che devono ancora essere pienamente attuati. Nonostante i notevoli passi avanti compiuti, infatti, l’allineamento delle prassi alla nuova normativa procede a macchia di leopardo sul territorio nazionale, dove si continua ad assistere a prassi disomogenee e a lungaggini burocratiche che impediscono ancora a tanti bambini e ragazzi il pieno godimento dei loro diritti.
Tra gli aspetti di maggiore criticità, figurano soprattutto le prassi disomogenee per l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, molto spesso negato ai minori prima del rilascio del permesso di soggiorno, al contrario di quanto previsto dalla legge, con gravissime conseguenze sul piano dell’assistenza sanitaria, soprattutto per chi soffre di malattie croniche o necessita di interventi operatori. Il mancato rilascio sembra dovuto in numerosi casi a una superabile difficoltà burocratica legata alla necessità di inserire il codice fiscale nella schermata di richiesta di iscrizione, codice fiscale che ovviamente i minorenni appena arrivati in Italia ancora non hanno.
Diversi problemi sono stati rilevati anche rispetto al rilascio del permesso di soggiorno per minore età, sui cui la legge è intervenuta con il chiaro intento di semplificare le procedure e ridurre i tempi. In città come Palermo, Milano, Trapani, Roma, per esempio, questa semplificazione delle procedure non risulta ancora attuata.
Allo stesso modo, in merito alla conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni continuano ad esistere prassi che non rispettano quanto previsto dalla legge Zampa, la quale prevede di agevolare questo passaggio in particolare quando il percorso del minore rischia di essere bruscamente interrotto solo a causa di lungaggini burocratiche, che in molti casi dipendono dal parere ministeriale necessario ai fini della conversione.
“Ề pertanto urgente e necessario che su tutto il territorio nazionale siano messe in pratica le disposizioni previste dalla legge, dalle procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, per favorire l’effettiva protezione e l’inclusione sociale dei minori”, ha concluso Milano.
Nell’ottica di favorire l’incontro tra i tutori e i minori, oggi, in occasione del primo anniversario della legge Zampa, Save the Children apre le porte dei suoi quattro centri CivicoZero a Milano, Catania, Roma – in collaborazione con la Cooperativa CivicoZero – e Torino – in collaborazione con il Comune di Torino: spazi che i ragazzi frequentano abitualmente e dove ricevono supporto attraverso l’offerta di servizi base, e svolgono numerose attività formative, tra cui corsi di lingua, laboratori ludico-creativi, preparazione all’inserimento lavorativo. Nei quattro CivicoZero, i futuri tutori potranno quindi conoscere direttamente i minori che frequentano gli spazi e ascoltare il loro punto di vista, anche grazie alla realizzazione di attività e laboratori specifici, sulle loro principali necessità e sugli ostacoli che sperano di poter superare grazie al sostegno del tutore volontario.