La Corte d’appello fa cadere quasi tutte le accuse per l’ex sindaco del comune di Riace, Mimmo Lucano. I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria hanno condannato a un anno e sei mesi, con pena sospesa. Il secondo grado di giudizio, quindi, ribalda la precedente sentenza che aveva condannato l’ex sindaco di Riace a 13 anni e 2 mesi di carcere.
Cos’è successo?
A settembre 2021 l’ex primo cittadino del comune calabrese, divenuto un modello in tutto il mondo per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, era stato condannato per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. I sostituti procuratori generali Adriana Fimiani e Antonio Giuttari avevano chiesto una condanna a 10 anni e 5 mesi, una pena minore a quella comminata in primo grado. La sentenza della corte d’appello, però, ha cambiato completamente il quadro contro l’ex sindaco di Riace. Il secondo grado di giudizio in quel di Reggio Calabria, infatti, ha infatti dichiarato Mimmo Lucano innocente dei reati più gravi a suo carico ma soprattutto ha prima ridotto la pena a “solo” un anno e sei mesi di carcere e poi sospeso la stessa.
La difesa di Mimmo Lucano
La difesa di Mimmo Lucano ha contestato la tesi dell’accusa, sostenendo che la sua condanna è stata il risultato di un “accanimento non terapeutico“. I legali hanno evidenziato come l’accusa abbia distorto i fatti e utilizzato le intercettazioni in modo distorto per condannare Lucano.
La difesa ha puntato l’attenzione su una conversazione chiave, in cui a Lucano viene attribuita una frase che non compare nella perizia disposta dalla procura. Secondo i legali, il tribunale di Locri ha utilizzato una trascrizione della Guardia di finanza che non è attendibile.
Chi è Mimmo Lucano?
Lucano è diventato celebre per il suo approccio innovativo e umanitario nell’accoglienza dei migranti. Questo modello ha permesso al paese di rivitalizzarsi e di diventare un modello di integrazione a livello internazionale. Nel 2004, Lucano viene eletto sindaco di Riace, un paese di 1.800 abitanti che stava vivendo un periodo di declino demografico e sociale. Lucano decide di accogliere i migranti che arrivavano sulle coste calabresi, dando loro la possibilità di ricostruire la propria vita in un ambiente sicuro e accogliente. Nel 2017, Lucano viene indagato dalla Procura di Locri per una serie di presunti reati legati alla gestione dell’accoglienza dei migranti
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